Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 EZIO
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel real teatro dell’Ajuda in occasione di festeggiarsi il felicissimo giorno natalizio di sua reale maestà l’augustissima signora donna Marianna Vittoria, regina fedelissima, nella primavera dell’anno 1772.
    In Lisbona, nella Stamperia Reale.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Ezio illustre capitano dell’armi imperiali sotto Valentiniano III, ritornando dalla celebre vittoria de’ campi Catalaunici, dove disfece e fugò Attila re degli Unni, fu accusato ingiustamente d’infedeltà al sospettoso imperadore e dal medesimo condannato a morire.
    Autore dell’imposture contro l’innocente Ezio fu Massimo patrizio romano, il quale offeso già da Valentiniano per avergli questi tentata l’onestà della consorte, procurò infruttuosamente l’aiuto del suddetto capitano per uccidere l’odiato imperadore, dissimulando sempre artificiosamente il desiderio della vendetta. Ma conoscendo che il maggiore inciampo al suo disegno era la fedeltà d’Ezio, fece crederlo reo e ne sollecitò la morte, disegnando di sollevar poi, come fece, il popolo contro Valentiniano, con accusarlo di quella ingratitudine ed ingiustizia alla quale egli l’aveva indotto e persuaso. Tutto ciò è istorico, il resto è verisimile (Sigonio, De occidentali imperio; Prospero Aquitanio, Chronicon, eccetera).
    La scena si rappresenta in Roma.
 
 
 ATTORI
 
 VALENTINIANO III imperadore, amante di Fulvia
 (il signor Giovanni Ripa)
 FULVIA figlia di Massimo patrizio romano, amante e promessa sposa d’Ezio
 (il signor Giambattista Vasques)
 EZIO generale dell’armi cesaree, amante di Fulvia
 (il signor Carlo Rejna)
 ONORIA sorella di Valentiniano, amante occulta di Ezio
 (il signor Giuseppe Orti)
 MASSIMO patrizio romano, padre di Fulvia, confidente e nemico occulto di Valentiniano
 (il signor Luigi Torriani)
 VARO prefetto de’ pretoriani, amico d’Ezio
 (il signor Giuseppe Romanini)
 Tutti virtuosi della Real Cappella di sua maestà fedelissima.
 
 Comparse di pretoriani con Valentiniano e Varo, di soldati romani con Ezio, di prigionieri con Ezio, di sollevati con Massimo, di paggi con Onoria e Fulvia, di popolo. Banda d’istromentisti bellici con Ezio.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: parte del Foro romano con trono imperiale da un lato, vista di Roma illuminata in tempo di notte con archi trionfali ed altri apparati festivi preparati e per celebrare le feste decennali e per onorare il ritorno d’ Ezio, vincitore d’Attila; camere imperiali istoriate di pitture.
    Per il primo ballo: camera che poi si trasforma in grotta; giardino con reggia celeste.
    Nell’atto secondo: orti palatini corrispondenti agli appartamenti imperiali con viali, spalliere di fiori e fontane continuate, in fondo caduta d’acque e innanzi grotteschi e statue; gallerie di statue e specchi con sedili intorno, fra quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone, gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
    Per il secondo ballo: bosco con case rurali.
    Nell’atto terzo: atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto che conducono a diverse prigioni; Campidoglio.
 
    Il dramma è del celebre abate Metastasio, poeta cesareo. La musica è di nuova composizione del celebre Jommelli maestro di cappella, pensionario all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le scene sono d’invenzione del signor Giacomo Azzolini, architetto teatrale all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le macchine e decorazioni sono del signor Petronio Mazzoni, macchinista all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Li abiti de’ virtuosi cantanti sono d’invenzione e disegno degl’eredi Mainino di Milano. Quei delle danze del signor Paolino Solenghi all’attual servizio di sua maestà fedelissima.
 
 
 BALLI
 
    Sono d’invenzione del signor Francesco Sauveterre ed eseguiti dalli seguenti: signor Andrea Alberti, signor Benedetto Lombardi, signor Tommaso Zucchelli, signor Paolo Orlandi, signor Giambattista Flambò, signor Teofilo Corazzi, signor Carlo Vitalba, signor Francesco Zucchelli, signor Pietro Colonna, signor Niccola Midossi, tutti all’attual servizio di sua maestà fedelissima.