Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Appartamento terreno con vista di logge che conducono a’ giardini reali.
 
 AMASI e NITTETI, poi BUBASTE
 
 NITTETI
 E fia vero, o mio re? Varran sì poco
 dunque nel cor d'un padre
835i dritti di natura? Un figlio...
 AMASI
                                                       Un figlio,
 che pria di me se gli scordò, non merta
 ch'io gli rammenti. È reo di morte...
 NITTETI
                                                                    È reo;
 ma non l'istessa han sempre i falli istessi
 velenosa sorgente. Ei Beroe adora;
840ei la perdea. Tu non conosci appieno
 qual virtù, qual bellezza il figlio accese.
 Ah son grandi, o signor, le sue difese.
 AMASI
 Beroe m'è nota; e più di quel che credi
 padre son io; ma di giustizia io deggio
845non di deboli affetti
 oggi prove all'Egitto. Oggi conversi
 tutti son gli occhi in me. Da me ciascuno...
 NITTETI
 Ciascun da te dimanda
 clemenza e non rigor. Io pur, da tante
850tue regie offerte autorizzata assai
 ad implorar mi credo,
 signor, grazie da te. Questa io ti chiedo.
 AMASI
 (Olà). D'Aprio una figlia
 dà legge allor che implora. Olà, Bubaste,
855all'oscuro recinto
 ov'è Sammete affretta il passo.
 NITTETI
                                                          (Ho vinto).
 AMASI
 Digli che salvo il vuole
 Nitteti offesa, e ch'io consento a patto
 che grato ei sia. Purché ad offrirle in dono
860venga il cor con la destra, io gli perdono.
 NITTETI
 (Oimè!)
 BUBASTE
                   Volo.
 NITTETI
                               Che fai? Io mai non chiesi
 prezzo dell'opra mia. Sempre sarebbe,
 bench'ei cedesse, il tuo pensier deluso.
 Io (soffritelo affetti) io lo ricuso.
 AMASI
865Ricusalo, se vuoi; ma venga ed offra
 materia al tuo rifiuto.
 NITTETI
                                          Inutil cura.
 AMASI
 Ah generosa! Invano
 la tua celar pretendi
 ingegnosa pietade. I sensi miei,
870Bubaste, udisti. A lui gli reca e torna
 a me co' suoi. (Parte Bubaste)
 NITTETI
                             Dunque?
 AMASI
                                                 Ho deciso. O cede,
 o aspetti il suo castigo.
 NITTETI
                                            (Ah di salvarlo
 facciam l'ultime prove). (In atto di partire)
 AMASI
 Dove, Nitteti?
 NITTETI
                             Ad arrossirmi altrove. (Parte)
 
 SCENA II
 
 AMASI, indi AMENOFI
 
 AMASI
875Ah de' falli del figlio in parte è reo
 il mio soverchio amor. Poco, or m'avveggo,
 il mio cor gli celai. Troppo conosce
 che il punirlo è punirmi e forte il rende
 la debolezza mia. Ma s'ei non cede
880giudice e re... No; cederà. Si sprezza
 da lungi, il so, ma non si guarda poi
 con la costanza istessa
 il momento fatal quando s'appressa.
 AMENOFI
 Con sollecita istanza
885d'Iside il sacerdote
 chiede, signor, che tu l'ascolti.
 AMASI
                                                         Intendo.
 Del tempio profanato
 vorrà vendetta.
 AMENOFI
                               A me nol disse. Ei reca
 un chiuso foglio ed uom canuto ha seco
890che alla spoglia mi parve,
 non ai detti, un pastor.
 AMASI
                                            Che fia! S'ascolti. (In atto di partire)
 Tu qui Bubaste attendi e quando ei giunga
 sollecito m'avverti. (Come sopra)
 AMENOFI
                                      Eccolo.
 AMASI
                                                     Oh dei! (Doppo essersi rivoltato e aver guardato attentamente Bubaste dentro la scena)
 In quella fronte oscura
895leggo la mia sventura.
 
 SCENA III
 
 BUBASTE e detti, indi BEROE
 
 AMASI
                                           E ben? (Con premura a Bubaste)
 BUBASTE
                                                           Signore... (Con timore tardando in rispondere)
 AMENOFI
 Dunque ad onta di tante
 grazie, Sammete è ancor ribelle?
 BUBASTE
                                                              È amante. (In atto di scusa)
 AMASI
 Dunque non han più loco
 né ragione in quel core
900né timor, né pietà?
 BUBASTE
                                      L'occupa amore. (Come sopra)
 AMASI
 L'occuperà per poco. (Esce Beroe e resta indietro) Un sangue reo
 si versi ancor che mio. (Con molto sdegno in atto di partire)
 BEROE
                                             (Misera!)
 AMENOFI
                                                                 Ah pensa...
 AMASI
 Tacete. Alcun di lui (Con molto sdegno)
 più non osi parlarmi. È chi il defende
905reo dell'istessa pena. (Partendo)
 BEROE
 Ah signor per pietà, m'odi o mi svena. (Amasi si rivolge, Beroe si getta a’ suoi piedi)
 AMASI
 Beroe, sorgi; che vuoi?
 BEROE
                                            L'amor del figlio,
 la pace del tuo regno,
 la tua felicità. Tutto io ti tolsi,
910tutto ti renderò. L'ira sospendi
 finché al prence io favelli. Io tel prometto
 pentito, ubbidiente,
 sposo a Nitteti e in questo dì.
 AMASI
                                                        Ch'io speri
 d'un figlio reo l'emenda
915dalla cagion che l'ha sedotto?
 BEROE
                                                       Il ferro
 atto a ferir può risanar. Ti fida,
 credimi.
 AMENOFI
                   Ah sì. Rammenta
 Aprio e il tuo giuramento. È d'altri il figlio;
 sai che il devi a Nitteti.
 AMASI
                                             Ei la ricusa.
 BEROE
920L'accetterà. Lascia ch'io parli.
 AMASI
                                                        A lui
 va' se vuoi; non tel vieto;
 ma ritorna a momenti.
 BEROE
                                             I suoi custodi
 mel vieteran.
 AMASI
                            Del regio assenso il segno
 questa gemma sarà. Va'; ma vedrai (Le dà l’anello)
925ch'oltre ragion del tuo poter presumi.
 BEROE
 (Or la vostra assistenza imploro, o numi). (Parte in fretta)
 AMASI
 
    Se un tenero disprezza
 pietoso padre in me,
 d'un giudice e d'un re
930soffra il rigore.
 
    Sarebbe or debolezza
 d'Amasi la pietà;
 Amasi non avrà
 questo rossore. (Parte con Bubaste)
 
 SCENA IV
 
 AMENOFI solo
 
 AMENOFI
935Ah proteggete, o numi,
 questo re, questo regno. Ubbidienza
 inspirate a Sammete. E sposo... Oh dio!
 Nitteti perderei.
 Come! E gli affetti miei faran contrasto
940al voto di ragion? No; sono amante
 ma sì debol non sono.
 Della ragion col dono il ciel distinse
 gli uomini dalle fiere; e sì geloso
 del dono io son che risentir lo voglio
945in quegl'impeti ancora
 che alle fiere ho comuni. Uom che si scorda
 del privilegio suo, qualor lo sproni
 o l'amore o lo sdegno,
 è ingrato al cielo e d'esser fiera è degno.
 
950   Sì, mio core, intendo, intendo,
 tu contrasti e ti lamenti;
 tu sospiri e mi rammenti
 la tua cara servitù.
 
    No, mio cor, fra' tuoi martiri
955che sospiri io non contendo,
 purché siano i tuoi sospiri
 un trofeo della virtù. (Parte)
 
 SCENA V
 
 Fondo oscuro di antico carcere chiuso in varie parti da’ rugginosi cancelli che lasciano vedere in lontano le ruvinose scale per cui vi si scende.
 
 BEROE e SAMMETE disarmato
 
 SAMMETE
 Come! Sposo a Nitteti (Turbato)
 Beroe mi vuol?
 BEROE
                               Sì, caro prence, e prima (Sollecita e affannata)
960che il sol giunga all'occaso. Or non si tratta
 di grado, di decoro,
 di ragion, di dover. Quest'imeneo
 della tua vita è il solo prezzo. Al padre
 io l'ho promesso e il fatal colpo appena
965ho sospeso così. Non v'è più tempo
 d'esaminar; salvati, vivi, io prego,
 io consiglio, io comando.
 SAMMETE
                                               E ad altra sposa (Con ironia lenta ed amara)
 tranquillamente in braccio...
 BEROE
                                                      Ah tu non dei (Con tenerezza)
 saper com'io mi senta
970in questo punto il cor.
 SAMMETE
                                           La tua costanza
 lo palesa abbastanza.
 BEROE
                                         E ben se vuoi, (Con rassegnazione affettata)
 credi pur ch'io non t'amo. Al nuovo laccio
 per punirmi t'affretta,
 conserva la tua vita e sia vendetta.
 SAMMETE
975Non è facile impresa
 l'imitarti, o crudel.
 BEROE
                                     Sarei pietosa
 se spirar ti vedessi? Ah prence amato, (Con passione)
 volan gl'istanti; il re m'attende. Ah cedi
 al padre, al fato, al mio dolor.
 SAMMETE
                                                       Ch'io stringa, (Con ammirazione)
980sposo, altra man...
 BEROE
                                    Sì, la tua Beroe il vuole, (Con dolcezza ed affetto)
 l'arbitra, mel dicesti,
 son pur io del tuo cor.
 SAMMETE
                                          Che pena! (Dubbioso)
 BEROE
                                                               Io tremo,
 io palpito, io mi sento
 tutto il sangue gelar nel tuo periglio.
985Prence, pietà. La chiedo (Tenerissima)
 per quei teneri sguardi,
 per quei sospiri onde a parlar fra loro
 hanno ne' primi istanti
 le nostre incominciato anime amanti.
 SAMMETE
990Oimè!
 BEROE
                Sì, lo conosco, (Con ilarità e fretta)
 sei già disposto a consolarmi. Al padre
 del lieto avviso apportatrice io volo. (In atto di partire)
 SAMMETE
 Ferma Beroe. (Con premura anziosa)
 BEROE
                             Perché?
 SAMMETE
                                              Troppo pretendi; (Risoluto)
 io non posso; io non voglio; io di Nitteti,
995rovini il ciel, non sarò mai consorte.
 BEROE
 Dunque della tua morte (Grave, torbida e lenta)
 spettatrice mi vuoi? No; (Si slontana) questa pena
 per un'anima fida è troppo amara.
 Guarda, se non lo sai; guardami e impara. (Snuda uno stile)
 SAMMETE
1000Fermati. (Movendosi per avvicinarsi e trattenerla)
 BEROE
                     Affretti il colpo (Solleva il braccio in atto di ferirsi)
 se d'un passo t'appressi.
 SAMMETE
                                               Ah Beroe, ah cara (Arrestandosi)
 parte dell'alma mia,
 pietà.
 BEROE
              Quella che ottenni
 ti rendo, ingrato. (In atto di ferirsi)
 SAMMETE
                                   Ah no; prescrivi, imponi, (Slontanandosi)
1005di' qual mi brami.
 BEROE
                                     Ubbidiente al padre, (Con autorità)
 fido sposo a Nitteti e de' tuoi giorni
 rispettoso custode.
 SAMMETE
                                     E ben, deponi (Con sommissione)
 dunque, o cara, l'acciar. Pronto son io
 tutto, tutto a compir.
 BEROE
                                         Giuralo. (Autorevole come sopra)
 SAMMETE
                                                           Oh dio! (In atto supplichevole)
1010Che tirannia! Beroe, mia vita...
 BEROE
                                                           Ingrato! (Grave, torbida e minacciosa)
 Dunque delusa io sono,
 se di te m'assicuro?
 Ah vedimi morir. (Risoluta in atto di ferirsi)
 SAMMETE
                                    Fermati; io giuro.
 Getta quel ferro. Esecutor fedele
1015sarò de' cenni tuoi. Lo giuro a' numi;
 lo giuro a te, cor mio.
 BEROE (Getta lo stile e s’abbandona come stanca)
 (Oh vittoria crudel!) Sammete addio. (In atto di partire)
 SAMMETE
 Dove sì presto?
 BEROE
                               Al re.
 SAMMETE
                                            Sentimi almeno,
 pria che a lui t'incammini.
 BEROE
1020No, prence. I suoi confini
 ha la nostra virtù. N'arrischia il frutto
 chi quelli eccede. È l'abusarne ormai
 temerità. Fu cimentata assai.
 
    Bramai di salvarti;
1025già salvo ti vedo.
 Dal ciel più non chiedo;
 mi basta così.
 
    Vuoi grato mostrarti?
 Del duol tuo funesto
1030procura che questo
 sia l'ultimo dì. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 SAMMETE solo, indi NITTETI con seguaci armati
 
 SAMMETE
 Misero, che giurai? Come da quella
 dividermi per sempre, onde diviso
 viver non posso un solo istante! Ah troppo
1035per soverchia pietà, Beroe crudele,
 ah tu non sai... Ma quale
 di rugginosi cardini improvviso
 stridore ascolto? Inusitato ingresso
 s'apre colà. Chi fia? Nitteti! Oh stelle!
1040Ed armati ha con sé! La sua vendetta
 fra quest'orride forse ombre segrete
 a nasconder verrà.
 NITTETI
                                     Fuggi, Sammete.
 Chi fece il tuo periglio
 ti reca libertà. Chiusa ogni via
1045han trovata i miei prieghi al cor del padre;
 questa l'oro m'aprì. (Accennando la porta per la quale è venuta) Gli altri riguardi
 il mio dover tutti ha posposti.
 SAMMETE
                                                        È tardi.
 NITTETI
 Tardi sarà, se non risolvi. Un solo
 de' reali custodi
1050che ascolti, che s'avvegga... Ah prence, ah fuggi,
 non t'arrestar.
 SAMMETE
                             Non è più tempo.
 NITTETI
                                                               Ingrato!
 Dalla mia man ti spiace
 la vita ancor. Va'; non temer; non chiedo
 mercé dell'opra.
 SAMMETE
                                 Oh dio, Nitteti! (Con impazienza)
 NITTETI
                                                               Intendo.
1055Perder Beroe paventi,
 lasciandola così. Va' pur. L'avrai;
 io ne sarò custode;
 a te si serberà.
 SAMMETE
                              Qual nuovo è questo
 eccesso di virtù! Doppo un rifiuto...
 
 SCENA VIII
 
 BUBASTE e detti
 
 BUBASTE
1060Prence, ti chiede il re.
 NITTETI
                                           (Tutto è perduto).
 SAMMETE
 Giunse già Beroe al re?
 BUBASTE
                                             No; ma desia
 Amasi di vederla. Io per cammino
 in lei m'avvenni e l'affrettai.
 SAMMETE
                                                      Che vuole
 il genitor da me?
 BUBASTE
                                  Nol so. Lasciai
1065d'Iside seco il sacerdote; e solo
 te condurgli m'impose; andiam; ci attende;
 non l'irritiam.
 NITTETI
                             Deh non esporti. (A Sammete) Amico, (A Bubaste)
 salviam Sammete. Io quel cammin gli apersi,
 ei può, se non t'opponi...
 SAMMETE
                                               Ah d'agitarti
1070per me cessa, o Nitteti. Al padre è forza
 ch'io mi presenti.
 NITTETI
                                   Ed incontrar non temi
 i paterni rigori?
 SAMMETE
 Son finiti ah purtroppo i miei timori.
 
    Decisa è la mia sorte;
1075tutto cangiò d'aspetto;
 più non mi trovo in petto
 né speme, né timor.
 
    La vita ormai, la morte,
 il trono o le ritorte
1080indifferente oggetto
 divennero al mio cor. (Parte con Bubaste e Nitteti)
 
 SCENA IX
 
 Luogo magnfico nella reggia di Canopo illuminato in tempo di notte.
 
 AMASI con foglio in mano ed AMENOFI. Grandi d’Egitto, nobili, etiopi, oratori delle provincie, etiopi, paggi, guardie reali e numeroso seguito d’altre nazioni, indi BEROE, poi SAMMETE con BUBASTE e finalmente NITTETI
 
 AMENOFI
 Ma qual gioia improvvisa, (Alla destra d’Amasi)
 signor, ti ride in volto? Ah la mia fede
 merita pur ch'io n'entri a parte.
 AMASI
                                                            Amico,
1085tu vedi de' mortali
 oggi il più lieto in me. Sappi...
 BEROE
                                                         È compito, (Alla destra d’Amasi)
 Amasi, il mio dover. Sammete...
 AMASI
                                                             Ah dove,
 dov'è? Tanto al mio ciglio
 perché tarda ad offrirsi?
 SAMMETE
                                               Ah padre. (Gettandosi in ginocchioni alla sinistra del padre)
 AMASI
                                                                    Ah figlio.
 SAMMETE
1090Pentito, ubbidiente
 eccomi a' piedi tuoi. Del fallo mio
 il castigo a soffrir pronto son io.
 AMASI
 Sorgi. Il tuo pentimento
 chiede premio e l'avrà. D'Aprio la figlia
1095ti renderà felice. E Beroe istessa
 non ne sarà gelosa.
 SAMMETE, BEROE
 (Oh dio!)
 AMASI
                     Questa è Nitteti; ed è tua sposa. (Prende senza fretta Beroe per mano e la conduce a Sammete)
 SAMMETE
 Che mai dici?
 BEROE
                             Io Nitteti! (Esce Nitteti e l’ascolta)
 SAMMETE
 Come esser può?
 AMASI
                                  Non dubitar del dono,
1100la tua Beroe è Nitteti.
 NITTETI
                                          Ed io chi sono?
 AMASI
 Ah vieni, amata figlia, (Le va incontro, l’abbraccia e resta alla destra di Beroe)
 vieni al mio seno.
 NITTETI
                                   Io figlia tua?
 AMASI
                                                             Sì, quella
 Amestri che bambina
 già piansi estinta.
 BEROE
                                    Io nulla intendo. (Ad Amasi)
 AMASI
                                                                    Ascolta.
1105La real madre tua perdé la vita
 nel darla a te. Da un subito in quel giorno
 moto ribelle Aprio a fuggir costretto,
 te in fasce alla mia sposa
 per celarti fidò. Grave ella il seno
1110di parto ormai maturo, e Amestri è quella
 ch'espose poi, lenta fuggia. S'avvenne
 in un pastor; tacque il tuo stato; e a lui
 come Beroe ti diede. Aprio in Canopo
 tornò poi vincitor. Da lei richiese
1115il confidato pegno; ella, il nascosto
 pastor cercato invano, Amestri estinta
 a far credere attese.
 La publicò Nitteti; e al re la rese.
 SAMMETE
 Tutto ciò donde sai?
 AMASI
                                        Da questo foglio
1120che impresso di sua man la mia consorte
 d'Iside al sacerdote
 morendo consegnò.
 BUBASTE
                                      Dunque celato
 perché fu fin ad or?
 AMASI
                                       Temea la sposa
 ch'Aprio si vendicasse e dell'inganno
1125e della sua mal custodita figlia
 in Sammete ed in me; quindi prescrisse
 che a tutti, Aprio vivendo,
 si tacesse l'arcano.
 NITTETI
                                    Anche al consorte?
 AMASI
 Sì. L'esatta mia fé, la mia paterna
1130tenerezza sapeva e mi suppose
 complice mal sicuro.
 AMENOFI
                                        E chi n'accerta,
 soffri il mio zel, che questa Beroe è quella?
 Non può supporne altra il pastor?
 AMASI
                                                               No; quando
 a lui la consegnò, cauta la sposa
1135con un acciar di queste note impresse (Mostra i caratteri nel foglio)
 il destro alla bambina
 tenero braccio ove alla man confina.
 BEROE
 È vero. Eccole; osserva. (Ad Amasi)
 AMASI
                                              Il so. Poc'anzi
 Inaro già mel disse.
 BEROE
                                       Inaro! Ah dove
1140è il padre mio?
 AMASI
                               Seco il conduce al tempio
 d'Iside il sacerdote
 che d'un doppio imeneo va per mio cenno
 a prepararsi il rito. Oggi d'Amestri
 voglio sposo Amenofi. Ed alla vera
1145Nitteti il mio Sammete.
 AMENOFI
                                              E al cor d'Amestri
 posso aspirar?
 NITTETI
                              T'è ben dovuto.
 BEROE
                                                            Io temo,
 Sammete, di sognar.
 SAMMETE
                                         Mia Beroe, io sento
 che angusto il core a tanta gioia...
 AMASI
                                                              Ancora
 tempo, o figli, non è di sciorre il freno
1150a' vostri affetti. Oggi propizio il cielo
 diè per voi di clemenza un raro esempio.
 Prima al tempio si vada.
 TUTTI
                                               Al tempio, al tempio.
 CORO
 
    Temerario è ben chi vuole
 prevenir la sorte ascosa,
1155preveder dall'alba il dì.
 
    Chi sperar poteva il sole,
 quando l'alba procellosa
 questo giorno partorì?
 
 Fine del dramma