La Salustia, libretto, Napoli, 1731

 LA SALUSTIA
 
 
    Drama per musica da rappresentarsi nel teatro di San Bartolomeo in Napoli l’inverno del 1731. Dedicato all’illustrissima ed eccellentissima signora donna Ernestina Margarita contessa di Harrach, nata contessa di Dietrichstein, viceregina di questa città e regno.
    In Napoli, MDCCXXXI, con licenza de’ superiori.
 
 
 
    Eccellentissima signora,
    porto per tributo del mio ossequio a’ piedi dell’eccellenza vostra il presente drama, da cui spero sarà benignamente accolto, e generosamente compatito: la supplico a volerlo qualificare col suo valevole patrocinio, e renderlo piacevole agli occhi altrui, con l’onore del suo compiacimento in sentirlo rappresentare; mentre io persuaso della particolar bontà del suo animo verso di me, con il maggiore e più profondo rispetto, resto inchinandomi all’eccellenza vostra.
    Di vostra eccellenza umilissimo, devotissimo ed ossequiosissimo servitore
    Sebastiano Morelli
 
 
 ARGOMENTO
 
    L’unica lodevole azzione, che facesse l’imperadore Eliogabalo, fu il dichiarar Cesare Alesandro Severo, figliuolo di Giulia Mammea, donna di grande autorità nell’impero e che avea affinità col sangue degli Antonini, e con lo stesso Eliogabalo. Si pentì poco doppo questo tiranno di aver degenerato dal suo costume, e procurò in più maniere di far morire il giovinetto Alesandro, il quale assistito dalla vigilanza materna, dopo la morte di Eliogabalo pervenne finalmente al supremo governo della monarchia in età di tredici anni, sotto la tutela di Giulia sua madre che gli diede in isposa una vergine di sangue patrizio, nominata (come si ha dalle medaglie) Salustia Barbia Orbina. In breve tempo innamoratosi Alesandro delle rare qualità della moglie la dichiarò Augusta, con farle parte di tutti quegli onori, che prima la madre sola godeva. Onde questa ingelosita e sdegnata contra Salustia operò che il figliuolo a forza la ripudiasse. Marziano padre di Salustia, uomo potente nell’esercito, non potendo tolerare l’ingiuria fatta al suo sangue si sollevò contro Giulia. Ciò che ne seguitasse si raccoglie da Erodiano e da Lampradio. Nella favola si è seguitato il verisimile più che il vero. Le acclamazioni fatte ad Alesandro, la guerra da lui mossa contro i Parti, la sua totale dipendenza dalla madre e le nuove terme da lui erette, sono tutte cose fondate su la verità della storia. Il tempo in cui si finge l’azione del dramma è il giorno anniversario in cui Alesandro era salito all’impero.
    Le parole fato, destino, deità, adorare e simili sono ornamenti poetici, e non già sentimenti de l’autore che si preggia di esser vero cattolico.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
 Atto primo
    Luogo magnifico, avanti il Campidoglio con trono.
    Gabinetto reale chiuso, riccamente adornato di varie figure, vasi e suppellettili alla chinese.
 Atto secondo
    Logge imperiali.
    Gran sala per convito con mensa.
    Camera con trono.
 Atto terzo
    Terme imperiali.
    Portici.
    Grande e magnifico anfiteatro, con due ordini di logge: nell’arena di esso varie seraschiere con varie qualità di fiere in esse racchiuse. Palco imperiale in disparte.
 
    Musica del signor Giovan Battista Pergolesi.
    Inventore ed ingegniere delle scene il signor Francesco Saraceno napoletano.
 
 
 PERSONAGGI
 
 MARZIANO general dell’armi di Alessandro
 (il signor Nicolò Grimaldi, cavaliere della Croce di San Marco)
 SALUSTIA sua figlia, imperadrice moglie di Alessandro
 (la signora Lucia Facchinelli)
 GIULIA MAMMEA imperadrice madre
 (la signora Teresa Cotti, virtuosa di sua altezza serenissima di Modena)
 ALESSANDRO imperadore, suo figliuolo
 (la signora Angiola Zanuchi, virtuosa di sua altezza serenissima del principe Armstat)
 ALBINA nobile romana, in abito d’uomo, amante di Claudio
 (la signora Anna Mazzoni)
 CLAUDIO cavalier romano, amico di Marziano
 (il signor Francesco Tolve)
 
 INTERMEZZI
 
 NERINA
 (la signora Celeste Resse)
 NIBIO
 (il signor Giacchino Corrado)