Artaserse, libretto, Mannheim, Pierron, 1751

 SCENA ULTIMA
 
 ARBACE e detti
 
 ARBACE
 Ecco Arbace, o monarca, a' piedi tuoi.
 ARTASERSE
 Vieni, vieni al mio sen; perdona amico,
 s'io dubitai di te. Troppo è palese
 la tua bella innocenza; ah fa' ch'io possa
1315con franchezza premiarti. Ogni sospetto
 nel popolo dilegua e rendi a noi
 qualche ragion del sanguinoso acciaro
 che in tua man si trovò, della tua fuga,
 del tuo tacer, di quanto
1320ti fece reo.
 ARBACE
                       S'io meritai signore
 qualche premio da te, lascia ch'io taccia;
 Il mio labro non mente.
 credi, a chi ti salvò. Sono innocente.
 ARTASERSE
 Giuralo almeno. E l'atto
1325terribile e solenne
 faccia fede del vero. Ecco la tazza
 al rito necessaria. Or seguitando
 della Persia il costume,
 vindice chiama e testimonio un nume.
 ARBACE
1330Son pronto. (Prende in mano la tazza)
 MANDANE
                          (Ecco il mio ben fuor di periglio).
 ARTABANO
 (Che fo? Se giura, avvelenato è il figlio).
 ARBACE
 «Lucido dio, per cui l'april fiorisce,
 per cui tutto nel mondo e nasce e muore...»
 ARTABANO
 (Misero me!)
 ARBACE
                            «Se il labro mio mentisce,
1335si cangi entro il mio seno
 la bevanda vital...» (In atto di voler bere)
 ARTABANO
                                      Ferma; è veleno.
 ARTASERSE
 Che sento!
 ARBACE
                       Oh dei!
 ARTASERSE
                                        Perché finor tacerlo?
 ARTABANO
 Perché a te l'apprestai.
 ARTASERSE
                                            Ma qual furore
 contro di me?
 ARTABANO
                             Dissimular non giova;
1340già mi tradì l'amor di padre. Io fui
 di Serse l'uccisore. Il regio sangue
 tutto versar volevo. È mia la colpa,
 non è d'Arbace. Il sanguinoso acciaro
 per celarlo io gli diedi. Il suo pallore
1345era orror del mio fallo. Il suo silenzio
 pietà di figlio. Ah se minore in lui
 la virtù fosse stata o in me l'amore
 compivo il mio disegno
 e involata t'avrei la vita e il regno.
 ARBACE
1350Che dice!
 ARTASERSE
                     Anima rea! M'uccidi il padre;
 della morte di Dario
 colpevole mi rendi; a quanti eccessi
 t'indusse mai la scelerata speme!
 Empio morrai.
 ARTABANO
                               Noi moriremo insieme. (Snuda la spada e seco Artaserse in atto di difesa)
 ARBACE
1355Stelle!
 ARTABANO
               Amici, non resta
 ch'un disperato ardir. Mora il tiranno. (Le guardie sedotte si pongono in atto d’assalire)
 ARBACE
 Padre che fai?
 ARTABANO
                             Voglio morir da forte.
 ARBACE
 Deponi il ferro o beverò la morte. (In atto di bere)
 ARTABANO
 Folle che dici?
 ARBACE
                             Se Artaserse uccidi,
1360no, più viver non devo.
 ARTABANO
 Eh lasciami compir. (Come sopra)
 ARBACE
                                         Guardami, io bevo. (Come sopra)
 ARTABANO
 Fermati figlio ingrato.
 Confuso, disperato
 vuoi che per troppo amarti un padre cada?
1365Vincesti ingrato figlio, ecco la spada. (Getta la spada e le guardie sollevate si ritirano fuggendo)
 MANDANE
 O fede!
 SEMIRA
                 O tradimento!
 ARTASERSE
                                              Olà seguite
 i fugaci ribelli ed Artabano
 a morir si conduca.
 ARBACE
                                      Oh dio! Fermate;
 signor, pietà.
 ARTASERSE
                           Non la sperar per lui.
1370Troppo enorme è il delitto. Io non confondo
 il reo coll'innocente. A te Mandane
 sarà sposa, se vuoi; sarà Semira
 a parte del mio trono;
 ma per quel traditor non v'è perdono.
 ARBACE
1375Toglimi ancor la vita. Io non la voglio,
 se per esserti fido,
 se per salvarti, il genitore uccido.
 ARTASERSE
 O virtù che innamora!
 ARBACE
                                            Ah non domando
 da te clemenza; usa rigor ma cambia
1380la sua, nella mia morte. Al regio piede
 chi ti salvò, ti chiede (S’inginocchia)
 di morir per un padre. In questa guisa
 s'appaghi il tuo desio.
 È sangue d'Artabano il sangue mio.
 ARTASERSE
1385Sorgi, non più. Rasciuga
 quel generoso pianto anima bella.
 Chi resister ti può? Viva Artabano.
 Ma viva almeno in doloroso esiglio;
 e doni il tuo sovrano
1390l'error d'un padre, alla virtù d'un figlio.
 CORO
 
    Giusto re, la Persia adora
 la clemenza assisa in trono,
 quando premia col perdono
 d'un eroe la fedeltà.
 
1395   La giustizia è bella allora
 che compagna ha la pietà.
 
 Baletto
 
 Il fine