Achille in Sciro, libretto, Roma, Corradi, 1771

 SCENA II
 
 LICOMEDE solo
 
 LICOMEDE
855In qual duro cimento, oh dio, mi pone
 d'una figlia il voler! Ma in quel momento
 chi sa... forse confusa al nuovo sposo
 non crede far offesa... eh a un cenno mio
 Teagene accoglierà... Ma d'ubbidirmi
860se baldanzosa ricusasse, allora
 di un adirato genitor raccolto
 tutto il furor mi leggerebbe in volto.
 
    Di pietà spogliato il core
 la proterva ingrata figlia
865mi vedrebbe su le ciglia
 la fierezza a balenar.
 
    E obbliando il genitore
 io saprei da questo soglio
 del suo orgoglio trionfar. (Parte)