Artaserse, libretto, Stoccarda, Cotta, 1756

 SCENA V
 
 SEMIRA e detti.
 
 SEMIRA
 Dove? Principe, dove?
 ARTASERSE
                                            Addio, Semira.
 SEMIRA
 Tu mi fuggi, Artaserse?
175Sentimi, non partir.
 ARTASERSE
                                        Lascia ch'io vada;
 non arrestarmi.
 SEMIRA
                                In questa guisa accogli
 chi sospira per te?
 ARTASERSE
                                     Se più t'ascolto
 troppo, o Semira, il mio dover offendo.
 SEMIRA
 Va' pure, ingrato, il tuo disprezzo intendo.
 ARTASERSE
 
180   Per pietà, bell'idol mio,
 non mi dir ch'io sono ingrato;
 infelice e sventurato
 abbastanza il ciel mi fa.
 
    Se fedele a te son io,
185se mi struggo a' tuoi bei lumi,
 sallo amor, lo sanno i numi,
 il mio core, il tuo lo sa. (Parte)