Attilio Regolo, libretto, Napoli, Flauto, 1761

 SCENA X
 
 ATTILIA e BARCE
 
 ATTILIA
 Chi creduto l'avrebbe! Il padre istesso
 congiura a danni suoi.
 BARCE
                                           Già che il Senato
 non decise finor, molto ti resta
415Attilia onde sperar. Corri, t'adopra,
 parla pria che di nuovo
 si raccolgano i padri. Adesso è il tempo
 di porre in uso e l'eloquenza e l'arte.
 Or l'amor de' congiunti,
420or la fé degli amici, or de' Romani
 giova implorar l'aita in ogni loco.
 ATTILIA
 Tutto farò ma quel ch'io spero è poco.
 
    Mi parea del porto in seno
 chiara l'onda, il ciel sereno;
425ma tempesta più funesta
 mi respinge in mezzo al mar.
 
    M'avvilisco, m'abbandono;
 e son degna di perdono,
 se pensando a chi la desta
430incomincio a disperar. (Parte)