Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 SCENA II
 
 MARZIA, ARBACE
 
 MARZIA
 M'ami Arbace?
 ARBACE
                               Se t'amo!
 MARZIA
50Or s'io chiedessi, o prence,
 qualche prova da te?
 ARBACE
                                         Parla; che brami,
 che mai chieder mi puoi? La vita, il soglio?
 Imponi, eseguirò.
 MARZIA
                                    Tanto non voglio.
 Bramo che in questo giorno
55non si parli di nozze.
 ARBACE
                                         Ah so ben io
 qual ne sia la cagion. Cesare ancora
 è la tua fiamma.
 MARZIA
                                 Forse i tuoi sospetti
 dileguar io potrei ma tanto ancora
 non deggio a te. Servi al mio cenno e pensa
60a quanto promettesti, a quanto imposi.
 ARBACE
 Ma poi quegli occhi amati
 mi saranno pietosi o pur sdegnati?
 MARZIA
 
    Non ti minaccio sdegno,
 non ti prometto amor.
65Dammi di fede un pegno,
 fidati del mio cor,
 vedrò se m'ami.
 
    E di premiarti poi
 resti la cura a me
70né domandar mercé
 se pur la brami. (Parte)