Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 SCENA VI
 
 CESARE, EMILIA e FULVIO
 
 CESARE
145Tu taci Emilia? In quel silenzio io spero
 un principio di calma.
 EMILIA
 T'inganni. Allor ch'io taccio,
 medito le vendette.
 FULVIO
                                      E non ti plachi
 d'un vincitor sì generoso a fronte?
 EMILIA
150Io placarmi? Anzi sempre in faccia a lui,
 se fosse ancor di mille squadre cinto,
 dirò che l'odio e che lo voglio estinto.
 CESARE
 
    Nell'ardire che il seno ti accende,
 così bello lo sdegno si rende
155che in un punto mi desti nel petto
 maraviglia, rispetto e pietà.
 
    Tu m'insegni con quanta costanza
 si contrasti alla sorte inumana
 e che sono ad un'alma romana
160nomi ignoti timore e viltà. (Parte)