Catone in Utica, libretto, Stoccarda, Cotta, 1754

 SCENA IX
 
 Fabbriche in parte rovinate vicino al soggiorno di Catone.
 
 Cesare da una parte e Marzia dall’altra.
 
 CESARE
 Pur ti riveggo, o Marzia. Agli occhi miei
 appena il credo e temo
 che per costume a figurarti avvezzo
200mi lusinghi il pensiero. Or dì qual parte
 hanno gli affetti miei
 negli affetti di Marzia?
 MARZIA
                                             E tu chi sei?
 CESARE
 Chi sono! E qual richiesta! È scherzo? E sogno?
 Cesare non ravvisi?
205Quello a cui tu giurasti
 per volger d'anni e per destin rubello
 di non essergli infida?
 MARZIA
                                            E tu sei quello?
 No, tu quello non sei, n'usurpi il nome.
 Un Cesare adorai, nol niego, ed era
210della patria il sostegno,
 l'onor del Campidoglio.
 CESARE
 Sempre l'istesso io sono.
 Che far di più dovrei? Supplice io stesso
 vengo a chiedervi pace.
215Quando potrei... Tu sai...
 MARZIA
                                                So che con l'armi
 però la chiedi.
 CESARE
                             Ascoltami e perdona
 un sincero parlar. Quanto me stesso
 io t'amo, è ver, ma la beltà del volto
 non fu che mi legò; Catone adoro
220nel sen di Marzia; il tuo bel core ammiro
 come parte del suo; qua più mi trasse
 l'amicizia per lui che il nostro amore;
 e se, lascia ch'io possa
 dirti ancor più, se m'imponesse un nume
225di perdere un di voi, morir d'affanno
 nella scelta potrei
 ma Catone e non Marzia io salverei.
 MARZIA
 Ecco il Cesare mio. Ama Catone,
 io non ne son gelosa, un tal rivale
230se divide il tuo core,
 più degno sei ch'io ti conservi amore.
 CESARE
 Questa è troppa vittoria. Ah mal da tanta
 generosa virtude io mi difendo.
 Ti rassicura, io penso
235al tuo riposo e pria che cada il giorno
 dall'opre mie vedrai
 che son Cesare ancora e che t'amai.
 
    Chi un dolce amor condanna
 vegga la mia nemica,
240l'ascolti e poi mi dica
 s'è debolezza amor.
 
    Quando da sì bel fonte
 derivano gli affetti,
 vi son gli eroi soggetti,
245amano i numi ancor. (Parte)