La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 LA CLEMENZA DI TITO
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel teatro Ducale di Stutgart festeggiandosi il felicissimo giorno natalizio di sua altezza serenissima Elisabetta Sofia Federica duchessa di Wirtemberg e Teck, per comando di sua altezza serenissima Carlo, duca di Wirtemberg e Teck, etcetera, etcetera.
    La poesia è del celebre signor abbate Pietro Metastasio, poeta cesareo. La musica è del celebre signor Nicolò Jommelli, maestro di cappella all’attual servizio di sua altezza serenissima il signor duca di Wirtemberg.
    Stutgart, nella stamparia di Giovanne Georgio Cotta, stampatore ducale, anno 1753.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Per consenso di quasi tutti gli storici, non ha conosciuto l’antichità né migliore, né più amato principe di Tito Vespasiano. Il concorso delle più rare doti dell’animo e de’ più amabili pregi del corpo che si ammiravano in lui, ma sopra tutto la naturale inclinazione alla clemenza, suo particolar carattere, lo resero universalmente sì caro che fu chiamato: «la delizia del genere umano». Non bastò tutto questo ad assicurarlo dalle insidie dell’infedeltà. Ritrovossi chi poté pensar a tradirlo; e ritrovossi fra suoi più cari. Due giovani patrizi, uno de’ quali egli teneramente amava e ricolmava ogni giorno di nuovi benefici, cospirarono contro di lui. Si scoperse la trama; ne furono convinti i colpevoli, e per decreto del Senato condannati a morte. Ma il clementissimo principe, contento d’averli paternamente ripresi, concesse, non meno ad essi che a’ lor seguaci, un pieno e generoso perdono (Suetonius Tranquillus, Aurelius Victor, Dione, Zonara, eccetera).
    Il luogo dell’azione è quella parte del colle Palatino che confina col Foro romano.
 
 
 PERSONAGGI
 
 TITO VESPASIANO imperator di Roma
 (il signor Cristofolo d’Hager)
 VITELLIA figlia dell’imperator Vitellio
 (la signora Marianna Pircher)
 SERVILIA sorella di Sesto, amante d’Annio
 (la signora Aloisia Pircher)
 SESTO amico di Tito, amante di Vitellia
 (il signor Gioseppe Jozzi)
 ANNIO amico di Sesto, amante di Servilia
 (il signor Giovanni Bellardi)
 PUBLIO prefetto del Pretorio
 (il signor Gioseppe Paganelli)
 
 Coro di senatori e popolo
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: logge a vista del Tevere negl’appartamenti di Vitellia; innanzi atrio del tempio di Giove Statore, luogo già celebre per le adunanze del Senato, indietro parte del Foro romano magnificamente adornato d’archi, obelischi e trofei, da’ lati veduta in lontano del monte Palatino e d’un gran tratto della via Sacra, in faccia aspetto esteriore del Campidoglio e magnifica strada per cui si ascende; giardino sul colle Palatino.
    Nell’atto secondo: portici; galleria terrena adornata di statue corrispondente ai giardini.
    Nell’atto terzo: camera chiusa con porte, sedia e tavolino con sopra da scrivere; luogo magnifico che introduce a vastissimo anfiteatro.
 
    Le scene sono di nuova invenzione del signor Innocente Colomba, architteto teatrale di sua altezza serenissima il signor duca di Wirtemberg.