La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 sdegno e pietà. Corro gridando; e il dardo
405vibro contro i rapaci. Al colpo, al grido,
 un ferito di lor, timidi entrambi
 lascian la preda; ella sen fugge ed io
 seguitarla volea, quando importuno
 uom di giovane età, d’atroce aspetto,
410cinto di ricche spoglie
 m’attraversa il camino e vuol ragione
 del ferito compagno; io non l’ascolto,
 per seguir lei che fugge. Offeso il fiero
 dal mio tacer, snuda l’acciaro e corre
415superbo ad assalirmi; io disarmato
 non aspetto l’incontro; a lui m’involo;
 ei m’incalza, io m’affretto; eccoci in parte
 dove manca ogni via. Mi volgo intorno;
 non veggo scampo; ho da una parte il monte,
420dall’altra il fiume e l’inimico a fronte.
 MANDANE
 E allor?
 CIRO
                  Dall’alta ripa
 penso allor di lanciarmi; e mentre il salto