La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 SCENA IV
 
 SERVILIA e PUBLIO
 
 SERVILIA
 Publio, che inaspettato
 accidente funesto!
 PUBLIO
                                    Ah voglia il cielo
450che un'opra sia del caso e che non abbia
 forse più reo disegno
 chi destò quelle fiamme.
 SERVILIA
                                                Ah tu mi fai
 tutto il sangue gelar.
 PUBLIO
                                        Torna, o Servilia,
 a tuoi soggiorni e non temer. Ti lascio
455quei custodi in difesa e corro intanto
 di Vitellia a cercar. Tito m'impone
 d'aver cura d'entrambe.
 SERVILIA
                                               E ancor di noi
 Tito si rammentò?
 PUBLIO
                                     Tutto rammenta.
 SERVILIA
 Ma sorpreso così, come ha saputo...
 PUBLIO
460Eh Servilia, t'inganni.
 Tito non si sorprende. Un impensato
 colpo non v'è che nol ritrovi armato.
 
    Sia lontano ogni cimento,
 l'onda sia tranquilla e pura,
465buon guerrier non s'assicura,
 non si fida il buon nocchier.
 
    Anche in pace, in calma ancora,
 l'armi adatta, i remi appresta,
 di battaglia o di tempesta
470qualche assalto a sostener. (Parte)