La clemenza di Tito, libretto, Stoccarda, Cotta, 1753

 SCENA XVI
 
 VITELLIA sola
 
 VITELLIA
 Misera che farò? Quell'infelice,
 oh dio, more per me. Tito fra poco
 saprà il mio fallo e lo sapran con lui
 tutti per mio rossor. Non ho coraggio
750né a parlar, né a tacere
 né a fuggir, né a restar; non spero aiuto,
 non ritrovo consiglio. Altro non veggo
 che imminenti ruine. Altro non sento
 che moti di rimorso e di spavento.
 
755   Tremo fra' dubbi miei;
 pavento i rai del giorno;
 l'aure che ascolto intorno
 mi fanno palpitar.
 
    Nascondermi vorrei;
760vorrei scoprir l'errore;
 né di celarmi ho core
 né core ho di parlar. (Parte)
 
 Fine dell’atto secondo