La clemenza di Tito, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA XI
 
 SESTO, VITELLIA, TITO, SERVILIA ed ANNIO col manto di Sesto
 
 ANNIO
                          (Potessi
 Sesto avvertir; m'intenderà). Signore (A Tito)
 già l'incendio cedé; ma non è vero
 che il caso autor ne sia; v'è chi congiura
 contro la vita tua; prendine cura.
 TITO
635Annio, il so... Ma che miro!
 Servilia, il segno che distingue i rei
 Annio non ha sul manto?
 SERVILIA
                                                Eterni dei!
 TITO
 Non v'è che dubbitar. Forma, colore,
 tutto, tutto è concorde.
 SERVILIA
                                            Ah traditore! (Ad Annio)
 ANNIO
640Io traditor!
 SESTO
                        (Che avvenne!)
 TITO
                                                       E sparger vuoi
 tu ancora il sangue mio?
 Annio, figlio, e perché? Che t'ho fatt'io?
 ANNIO
 Io spargere il tuo sangue? Ah pria m'uccida
 Con un fulmine il ciel.
 TITO
                                           T'ascondi invano.
645Già quel nastro vermiglio,
 divisa de' ribelli a me scoperse
 che a parte sei del tradimento orrendo.
 ANNIO
 Questo! Come!
 SESTO
                               (Ah che feci! Or tutto intendo).
 ANNIO
 Nulla, signor, m'è noto
650di tal divisa. In testimonio io chiamo
 tutti i numi celesti.
 TITO
 Da chi dunque l'avesti?
 ANNIO
 L'ebbi... (Se dico il ver l'amico accuso).
 TITO
 E ben?
 ANNIO
                 L'ebbi... Non so...
 TITO
                                                   L'empio è confuso.
 SESTO
655(Oh amicizia!)
 VITELLIA
                              (Oh timor!)
 TITO
                                                      Dove si trova
 principe, o Sesto amato,
 di me più sventurato?
 SESTO
                                           (Ah non rimanga oppressa
 l'innocenza per me.)
 ANNIO
                                        (Consiglio, oh dei!)
 TITO
 Servilia, e un tale amante
660val sì gran prezzo?
 SERVILIA
                                     Io dell'affetto antico
 ho rimorso, ho rossor.
 SESTO
                                           (Povero amico!)
 TITO
 Ma dimmi, anima ingrata, il sol pensiero (Ad Annio)
 di tanta infedeltà non è bastato
 a farti inorridir!
 SESTO
                                 (Son io l'ingrato.
665Più resister non posso). Eccomi Augusto
 a' piedi tuoi. (S’inginocchia)
 VITELLIA
                            (Misera me!)
 SESTO
                                                       La colpa
 ond'Annio è reo...
 VITELLIA
                                   Sì, la sua colpa è grande;
 ma la bontà di Tito
 sarà maggior. Per lui, signor, perdono
670Sesto domanda e lo domando anch'io.
 (Morta mi vuoi?) (Piano a Sesto)
 SESTO
                                    (Che atroce caso è il mio). (S’alza)
 TITO
 Annio si scusi almeno.
 ANNIO
 Dirò... (Che posso dir?)
 TITO
                                              Sesto, io mi sento
 gelar per lui. La mia presenza istessa
675più confonder lo fa. Custodi a voi
 Annio consegno. Esamini il Senato
 il disegno, l'errore
 di questo... Ancor non voglio
 chiamarti traditor. Rifletti, ingrato,
680da quel tuo cor perverso,
 del tuo principe il cor quanto è diverso.
 
    Tu, infedel, non hai difese,
 è palese il tradimento;
 io pavento d'oltraggiarti
685nel chiamarti traditor.
 
    Tu, crudel, tradir mi vuoi
 d'amistà col finto velo;
 io mi celo agli occhi tuoi
 per pietà del tuo rossor. (Parte)