La clemenza di Tito, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 ASTIAGE
                                       Questo tuo figlio
 bramo veder.
 MITRIDATE
                            (Nuovo spavento. Almeno
 si liberi Cambise). Alle reali
 tende, signor, tel condurrò.
 ASTIAGE
                                                    No; voglio
 qui parlar seco; a me lo guida.
 MITRIDATE
                                                         Altrove
300meglio...
 ASTIAGE
                   Non più, vanne; ubbidisci. (Sostenuto)
 MITRIDATE
                                                                     (Oh dio!
 In qual rischio è Cambise e Ciro ed io!) (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ASTIAGE e CAMBISE celato
 
 ASTIAGE
 E pur dagl’inquieti
 miei seguaci timori
 parmi di respirar. Non so s’io deggia
305alla speme del colpo o alla stanchezza
 delle vegliate notti
 quel soave languor che per le vene
 dolcemente mi serpe. Ah forse a questo
 umil tetto lo deggio in cui non sanno
310entrar le abitatrici
 d’ogni soglio real cure infelici.
 
    Sciolto dal suo timor
 par che non senta il cor
 l’usato affanno.
 
315   Languidi gli occhi miei... (S’addormenta)
 
 CAMBISE
 Che veggo, amici dei! Dorme il tiranno! (Esce)
 Barbaro re, con tante furie in petto
 come puoi riposar! Vindici numi,
 quel sonno è un’opra vostra. Il sangue indegno
320da me volete; io v’ubbidisco. Ah mori. (Snudando la spada)
 ASTIAGE
 Perfido! (Sognando)
 CAMBISE
                    Aimè! Si desta. (Trattenendosi)
 ASTIAGE
                                                  Aita. (Sognando)
 CAMBISE