La clemenza di Tito, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA X
 
 VITELLIA sola
 
 VITELLIA
 Ecco il punto, o Vitellia,
 d'esaminar la tua costanza. Avrai
 valor che basti a rimirare esangue
 il tuo Sesto fedel? Sesto che t'ama
990più della vita sua? Che per tua colpa
 divenne reo? Che t'ubbidì crudele?
 Che ingiusta t'adorò? Che in faccia a morte
 sì gran fede ti serba? E tu frattanto,
 non ignota a te stessa, andrai tranquilla
995al talamo d'Augusto? Ah mi vedrei
 sempre Sesto d'intorno. E l'aure e i sassi
 temerei che loquaci
 mi scoprissero a Tito. A' piedi suoi
 vadasi il tutto a palesar; si scemi
1000il delitto di Sesto,
 se scusar non si può. Speranze addio
 d'impero e d'imenei. Nutrirvi adesso
 stupidità saria. Ma, pur che sempre
 questa smania crudel non mi tormenti,
1005si gettin pur l'altre speranze a' venti.
 
    Getta il nocchier talora
 pur que' tesori all'onde
 che da remote sponde
 per tanto mar portò.
 
1010   E giunto al lido amico
 gli dei ringrazia ancora
 che ritornò mendico
 ma salvo ritornò. (Parte)