La contadina astuta, libretto, Venezia, 1744

 Siegue bosco. TRACOLLO vestito d’astrologo e poi LIVIETTA.
 
 
 TRACOLLO
 
    Vedo l'aria che s'imbruna,
 una stella non compare.
 S'è nascosto il sol, la luna,
175che sarà?
    Quanto va che l'indovino?
 Verrà a piover e tonar.
 
 Par che ci pigli gusto;
 non vorrei che, fingendo,
180da vero poi, siccome dir si suole,
 avessi a dar di volta alle carriole.
 Ci vuol pazienza, sol con quest'astuzia
 scampar potea da morte. Sento gente,
 all'erta, è Livietta,
185a tempo, a tempo: chi la fa, l'aspetta.
 LIVIETTA
 Chi è colui, parmi Tracollo: è d'esso.
 Ma come in queste spoglie,
 sciolto da' lacci suoi.
 TRACOLLO
 Ah Marte, Marte, intendo i pensier tuoi,
190ma la sbagli.
 LIVIETTA
                          Che dice! o è matto, o il finge.
 Vuo' rintracciarne il vero. Galantuomo?
 TRACOLLO
 Oh oh non disturbate
 le nostre conferenze,
 ch'abbiamo con le stelle. Che bramate?
 LIVIETTA
195Niente, signor (vo' secondarlo).
 TRACOLLO
 Venite qua, vogliamo consolarvi.
 Che vi occorre, parlate!
 Ma pria d'ogni altra cosa
 baciate questa mano.
 LIVIETTA
200Ben volentier.
 TRACOLLO
                             Sapete chi son io?
 LIVIETTA
 Se non mel dite.
 TRACOLLO
 Sono il Gran Chiaravalle di Milano.
 LIVIETTA
 E che andate facendo
 per questi luoghi ombrosi e solitari?
 TRACOLLO
205Componendo lunari,
 calendari e diari,
 notari, titolari. E il vostro nome,
 ninfa vezzosa?
 LIVIETTA
                              Come! Voi non siete
 astrologo?
 TRACOLLO
                      Sì bene.
 LIVIETTA
                                        E nol sapete?
 TRACOLLO
210Non già, non già: de minimis
 non curat praetor.
 LIVIETTA
                                    Dunque sarò io
 più astrologa di voi.
 TRACOLLO
 Perché?
 LIVIETTA
                  So il nome vostro.
 TRACOLLO
 Se io tel dissi, cor mio: Don Chiaravalle.
 LIVIETTA
215Ma non diceste il vero:
 voi vi chiamate,
 vi chiamate Tracollo.
 TRACOLLO
 Mi chiamai, vuoi tu dir, ch'or più non vivo.
 Sì son l'ombra di lui che, invendicata,
220passar non posso l'onda
 del pigro Lete e andare all'altra sponda.
 LIVIETTA
 Come ben finge! or vo' chiarirmi.
 TRACOLLO
                                                               Ah, vieni
 mia crudele omicida,
 e al regno d'Acheronte omai mi guida.
 LIVIETTA
225Olà! le mani a voi.
 TRACOLLO
 Taci e vieni, spietata.
 Senza di te, da me mai non si varca
 di Stigie il fiume. A noi:
 alla barca, alla barca.
 LIVIETTA
230Deh, per timor del cielo!
 TRACOLLO
                                               Tocca, tocca.
 LIVIETTA
 Lasciami.
 TRACOLLO
                     Maramao.
 LIVIETTA
 Almen per un momento.
 TRACOLLO
 Ti raccomandi invano.
 LIVIETTA
 Prender un po' di fiato.
 TRACOLLO
                                             Non ci sento.
 LIVIETTA
235Non posso più.
 TRACOLLO
                              Crepa.
 LIVIETTA
                                             Son morta.
 TRACOLLO
                                                                    Schiatta.
 LIVIETTA
 Quando arriviamo?
 TRACOLLO
                                       Uh ci vuol tempo ancora.
 Se non la vinco, almen vo' farla patta.
 LIVIETTA
 Chi mi porge ristoro,
 ahimè in cortesia, io manco, io moro.
 
240   Caro perdonami;
 placa lo sdegno,
 la destra porgimi
 di pace in segno.
 Ti lascio, addio,
245Tracollo mio,
 di Livietta
 non ti scordar.
    Pria che la morte
 mi chiuda i lumi,
250eterni Numi,
 se giusti siete,
 per poco il senno
 voi gli rendete,
 sì che mi veda
255per sua vendetta
 l'alma spirar.
 
 TRACOLLO
 Gli credo, o non gli credo,
 M'accosto, o non m'accosto,
 Divento mollo, o mi mantengo tosto?
260Temo non me la ficchi,
 è troppo troppo scaltra,
 è vero da una parte, ma dall'altra
 mi muove a compassione.
 Il timor, lo strapazzo
265potea farla svenir. Che tentazione!
 Ora non occor'altro, l'ho pensato:
 Vo' accostarmi pian piano, e se la vedo
 fare un picciolo moto,
 ritorno a far il pazzo e non le credo.
 
270   Non si muove, non rifiata,
 chius'ha gl'occhi, freddo ha il naso,
 saria pure il brutto caso.
 Vo' chiamarla, Livietta?
 su l'erbetta alla fransé.
275   S'è quietata, quei tremori
 forse son gl'ultimi tratti.
 Sfortunata! è già spirata.
 Ah mia bella morticella,
 Livietta,
280sol, fa, mi, sol, do, re.
 
 Ah Livietta mia,
 or sei soverchia. E quando?
 O sbrigati a morire, o sorgi e vivi.
 Par che patisca anch'io
285di moti convulsivi.
 Ah, questo è stato certo
 l'ultimo suo sospiro, se n'è andata,
 non v'è più dubbio, ho fatto la frittata.
 Deh! aspetta, anima bella, ascolta pria
290le mie discolpe: se mi finsi pazzo,
 fu per salvar la pelle, e non credevo
 che quel po' di strapazzo che ti diedi
 per meglio colorir la finzione,
 avesse da condurti...
 LIVIETTA
                                        Ah ribaldone!
 TRACOLLO
295Uh!
 LIVIETTA
           Questo ancor sai fare!
 TRACOLLO
 Il core me lo disse;
 con le mie mani mi dovrei strozzare.
 LIVIETTA
 Adesso t'aggiust'io.
 TRACOLLO
 No! ferma, vogl'io stesso
300render paghi i desir tuoi.
 Giaché morto mi vuoi,
 non ricuso morir, co' piedi miei
 vado a ripormi in man della Giustizia.
 Or lo vedrai, ma prima
305sappi che ascos'io serbo
 gran copia di denar sotto a quell'arbore.
 Vedilo bene, a te lo lascio, e seco.
 Udite tutti, udite,
 erbette, fronde e fiori,
310tigre, pantere, lupi,
 orsi, cignali, pecore e pastori,
 voi siate testimoni dell'estrema
 mia volontà. Ti lascio questo core,
 pegno dell'amor mio,
315non strapazzarlo più, tiranna, addio.
 LIVIETTA
 Mi muove a riso ed a pietade insieme.
 Senti.
 TRACOLLO
               Che cosa vuoi?
 LIVIETTA
 M'ami tu veramente?
 TRACOLLO
                                           Che ti pare?
 Fa' conto che tu l'abbi a giudicare.
 LIVIETTA
320Non vorrei, basta. Or via,
 quello ch'è stato è stato.
 Se prometti cangiar vita e lasciare
 quest'infame mestiere,
 sarò tua sposa.
 TRACOLLO
325Tel giuro.
 LIVIETTA
                     Averti a te.
 TRACOLLO
                                            Che serve! È ita
 la mia parola.
 LIVIETTA
                            Or ben, ecco la mano.
 TRACOLLO
 Torno da morte in vita;
 benedetta finzione.
 LIVIETTA
 Sarai uomo da bene?
 TRACOLLO
                                          Da benissimo.
 LIVIETTA
330Fedele alla tua moglie?
 TRACOLLO
                                             Fedelone.
 E tu moglie amatissima,
 sarai fida al tuo sposo?
 LIVIETTA
                                            Fedelissima.
 
    Sempre attorno, qual palomba
 al suo caro palombaccio,
335ti starò, dicendo cru
 crudelaccio, vieni a me.
 
 TRACOLLO
 
    Sempre apresso, qual montone
 all'amata pecorella,
 ti verrò, dicendo be
340bella, bella, vengo a te.
 
 LIVIETTA
 
    Oh, che gusto!
 
 TRACOLLO
 
                                Che diletto!
 
 A DUE
 
 Per la gioia il core in petto
 io mi sento liquefar.
 
 
 IL FINE