Demetrio, libretto, Mannheim, Pierron, 1753

 SCENA VII
 
 OLINTO e detti
 
 OLINTO
805Padre, regina. Alceste
 più in Seleucia non è. Per opra mia
 già ne partì.
 CLEONICE
                          Come!
 FENICIO
                                         Perché?
 OLINTO
                                                          Voleva
 rivederti importuno ad ogni prezzo.
 Io gl'imposi in tuo nome
810la legge di partir.
 CLEONICE
                                  Ma quando avesti
 questa legge da me? Custodi, o dei (Escono alcune guardie)
 si cerchi, si raggiunga,
 si trovi Alceste e si conduca a noi. (Partono le guardie)
 FENICIO
 Misero me!
 CLEONICE
                         Se la ricerca è vana, (Ad Olinto)
815trema per te. Mi pagherai la pena
 del temerario ardir.
 OLINTO
                                       Credei servirti
 un periglioso inciampo
 togliendo alla tua gloria.
 CLEONICE
                                              E chi ti rese
 sì geloso custode
820del mio decoro e della gloria mia?
 Avresti mai potuto
 Fenicio preveder questa sventura?
 Il mondo tutto a danno mio congiura.
 
    Nacqui agli affanni in seno;
825e dall'infausta cuna
 la mia crudel fortuna
 venne finor con me.
 
    Perdo la mia costanza;
 m'indebolisce amore;
830e poi del mio rossore
 nemmeno ho la mercé. (Parte)