Demetrio, libretto, Mannheim, Pierron, 1753

 SCENA X
 
 ALCESTE e poi BARSENE
 
 ALCESTE
1350Io Demetrio! Io l'erede
 del trono di Seleucia! E tanto ignoto
 a me stesso finor! Quante sembianze
 io vo cangiando! In questo giorno solo
 di mia sorte dubbioso
1355son monarca e pastore, esule e sposo.
 Chi t'assicura Alceste
 che la Fortuna stolta
 non ti faccia pastore un'altra volta?
 BARSENE
 Fenicio è dunque il re.
 ALCESTE
                                            Lo scelse al trono
1360l'illustre Cleonice.
 BARSENE
                                    Io ti compiango
 nelle perdite tue. Ma non potendo
 la regina ottener, più non dispero
 che tu volga a Barsene il tuo pensiero.
 ALCESTE
 A Barsene?
 BARSENE
                        Io nascosi
1365rispettosa finor l'affetto mio.
 Un trono, una regina eran rivali
 troppo grandi per me. Ma veggo alfine
 già sposa Cleonice,
 Fenicio re, le tue speranze estinte,
1370onde a spiegar ch'io t'amo altri momenti
 più opportuni di questi
 sceglier non posso.
 ALCESTE
                                     O quanto mal scegliesti!
 
    Se tutti i miei pensieri,
 se mi vedessi il core,
1375forse così d'amore
 non parleresti a me.
 
    Non ti sdegnar se poco
 il tuo pregar mi muove,
 che io sto con l'alma altrove
1380nel ragionar con te. (Parte)