Demofoonte, libretto, Stoccarda, Cotta, 1764

 SCENA XI
 
 DEMOFOONTE con seguito e detti
 
 DEMOFOONTE
 Non t'ingannan, Timante; è vero, è vero.
 TIMANTE
 Se mi tradiste adesso
 sarebbe crudeltà.
 DEMOFOONTE
                                   Ti rassicura.
 No, mio figlio non sei. Tu con Dircea
1170fosti cambiato in fasce. Ella è mia prole,
 tu di Matusio. Alla di lui consorte
 la mia ti chiese in dono. Utile al regno
 il cambio allor credé. Ma quando poi
 nacque Cherinto, al proprio figlio il trono
1175d'aver tolto s'avvide e a me l'arcano
 non ardì palesar, che troppo amante
 già di te mi conobbe. All'ore estreme
 ridotta alfin, tutto in due fogli il caso
 scritto lasciò. L'un diè all'amica; e quello
1180Matusio ti mostrò; l'altro nascose;
 Ed è questo che vedi. Or leggi in esso
 di quanto ti narrai la serie accolta.
 TIMANTE
 Non deludermi, o sorte, un'altra volta. (Prende il foglio e legge tra sé)