Demofoonte, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1775

 SCENA II
 
 DEMOFOONTE e poi TIMANTE
 
 DEMOFOONTE
 Che alterezza ha costei! Quasi... Ma tutto
 al grado, al sesso ed all'età si doni.
 TIMANTE
 Mio re, mio genitor, grazia, perdono,
 pietà.
 DEMOFOONTE
              Per chi?
 TIMANTE
                                Per l'infelice figlia
545dell'afflitto Matusio.
 DEMOFOONTE
                                        Ho già deciso
 del suo destin. Per ora
 d'altro abbiamo a parlar. Dimmi, a Creusa
 che mai facesti? In questo dì tua sposa
 esser deve e l'irriti?
 TIMANTE
                                       Ho tal per lei
550ripugnanza nel cor che non mi sento
 valor di superarla.
 DEMOFOONTE
                                    Eppur conviene...
 TIMANTE
 Ne parleremo. Or per Dircea, signore,
 sono al tuo piè. Quell'innocente vita
 dona a' prieghi d'un figlio.
 DEMOFOONTE
                                                   Eppur di lei
555torni a parlar! Se l'amor mio t'è caro
 questa impresa abbandona.
 TIMANTE
                                                     Ah padre amato
 non ti posso ubbidir. Deh se giammai
 il tuo paterno affetto
 son giunto a meritar, libera, assolvi
560la povera Dircea. Sarebbe, oh dio!
 troppa inumanità, senza delitto,
 nel fior degli anni suoi, su l'are atroci
 vederla agonizzar. Vederle a rivi
 sgorgar tiepido il sangue
565dal molle sen. Del moribondo labbro
 udir gli ultimi accenti, i moti estremi
 degli occhi suoi... Ma tu mi guardi, o padre?
 Tu impallidisci? Ah lo conosco; è questo
 un moto di pietà. (Si inginocchia) Deh non pentirti;
570secondalo, o signor. No, finché il cenno
 onde viva Dircea padre non dai,
 io dal tuo piè non partirò giammai.
 DEMOFOONTE
 Principe... (Oh sommi dei!) Sorgi. E che deggio
 creder di te! Quel nominar con tanta
575tenerezza Dircea, queste eccessive,
 violenti premure
 che voglion dir? L'ami tu forse?
 TIMANTE
                                                            Invano
 farei studio a celarlo.
 DEMOFOONTE
                                         Ah questa è dunque
 delle freddezze tue verso Creusa
580la nascosta sorgente. E che pretendi
 da questo amor? Che per tua sposa forse
 una vassalla io ti conceda? O pensi
 che un imeneo nascosto... Ah se potessi
 imaginarmi sol...
 TIMANTE
                                  Qual dubbio mai
585ti cade in mente! A tutti i numi il giuro
 non sposerò Dircea; nol bramo. Io chiedo
 che viva solo. E, se pur vuoi che mora,
 morrà, non lusingarti, il figlio ancora.
 DEMOFOONTE
 (Per vincerlo si ceda). Ebben tu il vuoi;
590vivrà la tua diletta.
 La dono a te.
 TIMANTE
                           Mio caro padre... (Vuol baciargli la mano)
 DEMOFOONTE
                                                            Aspetta.
 Merita la paterna
 condescendenza una mercé.
 TIMANTE
                                                     La vita,
 il sangue mio...
 DEMOFOONTE
                               No, caro figlio, io bramo
595meno da te. Nella real Creusa
 rispetta la mia scelta. A queste nozze
 non ti mostrar sì avverso.
 TIMANTE
                                                 Oh dio!
 DEMOFOONTE
                                                                  Lo veggo;
 ti costan pena. Or questa pena accresca
 merito all'ubbidienza. Ebbi io pietade
600della tua debolezza; abbi tu cura
 dell'onor mio. Vieni alla sposa; al tempio
 conduciamola adesso; adesso in faccia
 agl'invocati dei
 adempi, o figlio, i tuoi doveri e i miei.
 TIMANTE
605Signor... non posso.
 DEMOFOONTE
                                      Io fin ad ora, o prence,
 da padre ti parlai. Non obbligarmi
 a parlarti da re.
 TIMANTE
                                Del re, del padre
 venerabili i cenni
 egualmente mi son. Ma tu lo sai;
610amor forza non soffre.
 DEMOFOONTE
 Prence, son stanco ormai
 di garrir teco. Altra ragion non rendo.
 Io così voglio.
 TIMANTE
                            Ed io non posso.
 DEMOFOONTE
                                                            Audace!
 Non sai...
 TIMANTE
                     Lo so. Vorrai punirmi.
 DEMOFOONTE
                                                                E voglio
615che in Dircea s'incominci il tuo castigo.
 TIMANTE
 Ah no.
 DEMOFOONTE
                Parti.
 TIMANTE
                             Ma senti.
 DEMOFOONTE
                                                 Intesi assai.
 Dircea voglio che mora.
 TIMANTE
 E morrendo Dircea...
 DEMOFOONTE
                                         Né parti ancora?
 TIMANTE
 Sì partirò. Ma poi (Turbato)
620non ti lagnar...
 DEMOFOONTE
                              Che! Temerario! Oh dei!
 Minacci!
 TIMANTE
                    Io non distinguo
 se priego o se minaccio. A poco a poco
 la ragion m'abbandona. A un passo estremo
 non costringermi, o padre. Io mi protesto;
625farei... Chi sa?
 DEMOFOONTE
                              Di'. Che faresti ingrato?
 TIMANTE
 Tutto quel che farebbe un disperato.
 
    Prudente mi chiedi?
 Mi brami innocente?
 Lo senti; lo vedi;
630dipende da te.
 
    Di lei, per cui peno,
 se penso al periglio,
 tal smania ho nel seno,
 tal benda ho sul ciglio,
635che l'alma di freno
 capace non è. (Parte)