Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 DIDONE ABBANDONATA
 
    Tragedia di Pietro Metastasio, poeta di sua maestà cesarea e cattolica, da rappresentarsi in musica nel carnevale dell’anno 1747 nel teatro detto di Torre Argentina, dedicata all’eminentissimo e reverendissimo principe, il signor Cardinale Alessandro Albani.
    In Roma, nella stamperia di Antonio de’ Rossi, con licenza de’ superiori, si vende dal medesimo stampatore nella strada del Seminario Romano vicino alla Rotonda.
 
 Eminentissimo principe,
    Didone abbandonata parto felice della celebre penna del degnissimo signor abate Pietro Metastasio dovendo comparire di nuovo al pubblico nel presente carnevale, e chiedendomi un protettore da cui possa ricevere luce maggiore di quella gli ha recato l’autore, io tale non l’ho potuto rinvenire che nell’eminenza vostra a cui di nuovo lo presento colla speranza che si degni accoglierlo benignamente, come è stile del suo animo grande: e con ogni venerazione inchinandomi sono al bacio della sagra porpora di vostra eminenza umilissimo devotissimo ossequiosissimo servitore.
 
     Gaetano Roccaforte
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: luogo magnifico per le pubbliche udienze con trono e veduta della città di Cartagine; cortile della reggia; tempio di Nettuno.
    Nell’atto secondo: appartamenti reali; camera con sedie.
    Nell’atto terzo: porto di mare con navi; arborata tra la città e il porto; reggia con veduta della città di Cartagine che poi s’incendia.
 
    Ingegnere delle scene il signor Pietro Orta bresciano.
 
 
 PERSONAGGI
 
 DIDONE ELISA regina di Cartagine, amante di Enea
 (Il signor Giuseppe Chiaramonte, virtuoso della Real Cappella di Palermo)
 ENEA
 (il signor Filippo Elisi)
 SELENE sorella di Didone Elisa e amante occulta di Enea
 (il signor Giacomo Catilini)
 IARBA re de’ Mori sotto nome di Arbace
 (il signor Ottavio Albuzio)
 ARASPE confidente di Iarba e amante di Selene
 (il signor Pasqualino Potenza)
 OSMIDA confidente di Didone
 (il signor Carlo de Roberti)
 
    La musica è del signor Niccolò Jommelli, maestro di cappella del coro del pio luogo degli Incurabili di Venezia ed accademico filarmonico. Li abbattimenti sono del signor Filippo Dufey, maestro di spada romano, detto il Guantarino. Ingegnere degli abiti il signor Lazaro Grondoni genovese; sartore degli suddetti il signor Giuseppe Pedocca milanese.