Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA VIII
 
 Cortile della regia.
 
 SELENE ed ENEA
 
 ENEA
 Già tel dissi, o Selene,
265male interpreta Osmida i sensi miei.
 Ah piacesse agli dei
 che Dido fosse infida o ch'io potessi
 figurarmela infida un sol momento.
 Ma saper che m'adora
270e doverla lasciar questo è il tormento.
 SELENE
 Sia qual vuoi la cagione
 che ti sforza a partir, per pochi istanti
 t'arresta almeno e di Nettuno al tempio
 vanne. La mia germana
275vuol colà favellarti.
 ENEA
 Sarà pena l'indugio.
 SELENE
                                        Odila e parti.
 ENEA
 Ed a colei che adoro
 darò l'ultimo addio?
 SELENE
                                        (Taccio e non moro).
 ENEA
 Piange Selene!
 SELENE
                              E come
280quando parli così non vuoi ch'io pianga?
 ENEA
 Lascia di sospirar. Sola Didone
 ha ragion di lagnarsi al partir mio.
 SELENE
 Abbiam l'istesso cor Didone ed io. (Parte)