Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 TIMANTE
                            Matusio, ah parti.
 MATUSIO
 Ma che t’affligge? Una germana acquisti
 ed è questa per te cagion di duolo?
 TIMANTE
 Lasciami per pietà, lasciami solo. (Si getta a sedere)
 MATUSIO
1195Quanto le menti umane
 son mai varie fra lor! Lo stesso evento
 a chi reca diletto, a chi tormento.
 
    Ah, che né mal verace
 né vero ben si dà;
1200prendono qualità
 da’ nostri affetti.
 
    Secondo in guerra o in pace
 trovano il nostro cor,
 cambiano di color
1205tutti gli oggetti. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 TIMANTE solo
 
 TIMANTE
 Misero me! Qual gelido torrente
 mi ruina sul cor? Qual nero aspetto
 prende la sorte mia? Tante sventure
 comprendo alfin; perseguitava il cielo
1210un vietato imeneo. Le chiome in fronte
 mi sento sollevar. Suocero e padre
 m’è dunque il re? Figlio e nipote Olinto?
 Dircea moglie e germana? Ah qual funesta
 confusion d’opposti nomi è questa!
1215Fuggi, fuggi, Timante. Agli occhi altrui
 non esporti mai più. Ciascuno a dito
 ti mostrerà. Del genitor cadente
 tu sarai la vergogna; e quanto, oh dio!
 si parlerà di te. Tracia infelice,
1220ecco l’Edipo tuo. D’Argo e di Tebe
 le furie in me tu rinnovar vedrai.
 Ah non t’avessi mai
 conosciuta, Dircea! Moti del sangue
 eran quei ch’io credevo
1225violenze d’amor. Che infausto giorno
 fu quel che pria ti vidi! I nostri affetti
 che orribili memorie
 saran per noi! Che mostruoso oggetto
 a me stesso io divengo! Odio la luce;
1230ogni aura mi spaventa; al piè tremante
 parmi che manchi il suol; strider mi sento
 cento folgori intorno; e leggo, oh dio!
 scolpito in ogni sasso il fallo mio.
 
 SCENA V
 
 CREUSA, DEMOFOONTE, ADRASTO con OLINTO per mano e DIRCEA, l’uno dopo l’altro da parti opposte, e detto
 
 CREUSA
 Timante.
 TIMANTE
                    Ah principessa, ah perché mai
1235morir non mi lasciasti?
 DEMOFOONTE
                                             Amato figlio.
 TIMANTE
 Ah no, con questo nome
 non chiamarmi mai più.
 CREUSA
                                                Forse non sai...
 TIMANTE
 Troppo, troppo ho saputo.
 DEMOFOONTE
                                                  Un caro amplesso
 pegno del mio perdon... Come? T’involi
1240dalle paterne braccia?
 TIMANTE
 Ardir non ho di rimirarti in faccia.
 CREUSA
 Ma perché?
 DEMOFOONTE
                         Ma che avvenne?
 ADRASTO
                                                           Ecco il tuo figlio;
 consolati, signor.
 TIMANTE
                                  Dagli occhi, Adrasto,
 toglimi quel bambin.
 DIRCEA
                                          Sposo adorato.
 TIMANTE
1245Parti, parti, Dircea.
 DIRCEA
                                      Da te mi scacci
 in dì così giocondo?
 TIMANTE
 Dove, misero me, dove m’ascondo?
 DIRCEA
 Ferma.
 DEMOFOONTE
                 Senti.
 CREUSA
                               T’arresta.
 TIMANTE