Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 quand’oppressa è dal timor.
 
    Qual piacer sarà perfetto,
1445se convien per esser grande
 che cominci dal dolor?
 
 
 LICENZA
 
 Che le sventure, i falli,
 le crudeltà, le violenze altrui
 servano in dì sì grande
1450di spettacol festivo agli occhi tui
 non è strano, o signor. Gli opposti oggetti
 rende più chiari il paragon. Distingue
 meglio ciascun di noi
 nel mal, che gli altri oppresse, il ben ch’ei gode;
1455e il ben che noi godiam tutto è tua lode.
 A morte una innocente
 mandi il trace inumano, ognun ripensa
 alla giustizia tua. Frema e s’irriti
 de’ miseri al pregar, rammenta ognuno
1460la tua pietà. Barbaro sia col figlio,
 ciascun qual sei conosce
 tenero padre a noi. Qualunque eccesso
 rappresentin le scene, in te ne scopre
 la contraria virtù. L’ombra in tal guisa
1465ingegnoso pennello al chiaro alterna;
 così artefice industre,