Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA XIV
 
 OSMIDA e detti
 
 DIDONE
 Osmida.
 OSMIDA
                   Arde d'intorno...
 DIDONE
 Lo so. D'Enea ti chiedo.
 Che ottenesti da Enea?
 OSMIDA
                                             Partì l'ingrato.
 
 DIDONE
1215Ah stolta! Io stessa, io sono
 complice di sua fuga. Al primo istante
 arrestar lo dovea. Ritorna Osmida,
 corri, vola sul lido, aduna insieme
 armi, navi, guerrieri.
1220Raggiungi l'infedele,
 lacera i lini suoi, sommergi i legni,
 portami fra catene
 quel traditore avvinto.
 E se vivo non puoi, portalo estinto.
 OSMIDA
1225Eseguisco i tuoi cenni. (Parte)