Didone abbandonata, libretto, Roma, de’ Rossi, 1747

 SCENA XVII
 
 DIDONE, poi OSMIDA
 
 DIDONE
1250I miei casi infelici
 favolose memorie un dì saranno
 e forse diverranno
 soggetti miserabili e dolenti
 alle tragiche scene i miei tormenti.
 OSMIDA
1255È perduta ogni speme.
 DIDONE
 Così presto ritorni?
 OSMIDA
                                       Invano oh dio,
 tentai passar dal tuo soggiorno al lido.
 DIDONE
 Dunque alla mia ruina
 più riparo non v'è? (S’avanza il foco nella regia)