Didone abbandonata, libretto, Stoccarda, Cotta, 1763

 SCENA V
 
 IARBA solo
 
 IARBA
 Così strane venture io non intendo.
 Pietà nel mio nemico,
695infedeltà nel mio seguace io trovo.
 Ah forse a danno mio
 l'uno e l'altro congiura.
 Ma di lor non ho cura.
 Pietà finga il rivale,
700sia l'amico fallace,
 non sarà di timor Iarba capace.
 
    Fosca nube il sol ricopra,
 o si scopra il ciel sereno;
 non si cangia il cor nel seno,
705non si turba il mio pensier.
 
    Le vicende della sorte
 imparai con alma forte
 dalle fasce a non temer. (Parte)