Didone abbandonata, libretto, Stoccarda, Cotta, 1763

 SCENA IV
 
 IARBA frettoloso con seguito e detto
 
 IARBA
 Seguitemi, o compagni;
 alla reggia, alla reggia. (Passa avanti Osmida senza vederlo)
 OSMIDA
                                            Odi, signore,
 le tue schiere son pronte; è tempo alfine
1030che vendichi i tuoi torti.
 IARBA
                                               Amici, andiamo, (Senza dar orecchio ad Osmida)
 non soffre indugio il mio furor. (In atto di partire)
 OSMIDA
                                                            T'arresta.
 IARBA
 Che vuoi? (Con sdegno)
 OSMIDA
                       Deh non scordarti
 che deve alla mia fede
 l'amor tuo vendicato una mercede.
 IARBA
1035È giusto; anzi preceda
 la tua mercede alla vendetta mia.
 OSMIDA
 Generoso monarca...
 IARBA
                                        Olà, costui
 si disarmi, s'annodi e poi s'uccida. (In atto di partire)
 OSMIDA
 Come! Questo ad Osmida?
1040Qual ingiusto furore...
 IARBA
 Quest'è il premio dovuto a un traditore. (Parte seguito da’ suoi, a riserva di pochi che restano ad eseguire il comando)