Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

 SCENA XI
 
 SELENE, IARBA ed ARASPE
 
 IARBA
 Non partirà se pria...
 SELENE
                                         Da lui che brami?
 IARBA
 Il suo nome.
 SELENE
                          Il suo nome
 senza tanto furor da me saprai.
 IARBA
 A questa legge io resto.
 SELENE
345Quell'Enea che tu cerchi, appunto è questo.
 IARBA
 Ah m'involasti un colpo
 che al mio braccio offeriva il ciel cortese.
 SELENE
 Ma perché tanto sdegno? In che t'offese?
 IARBA
 Gli affetti di Didone
350al mio signor contende;
 t'è noto e mi dimandi in che m'offende?
 SELENE
 Arbace, a quel che io veggio
 nella scuola d'amor sei rozzo ancora.