Didone abbandonata, partitura ms. A-Wn, 1763

 esser vanto potria di tua costanza.
 Ma se poi non consenti
1150che scopra i suoi tormenti il core amante,
 sei barbaro con me, non sei costante.
 
    Nel duol che prova
 l’alma smarrita
 non trova aita,
1155speme non ha.
 
    E pur l’affanno
 che mi tormenta
 anche a un tiranno
 faria pietà. (Parte)
 
 SCENA X
 
 Regia con veduta della città di Cartagine in prospetto che poi s’incendia.
 
 DIDONE e poi OSMIDA
 
 DIDONE
 
1160   Va crescendo il mio tormento,
 io lo sento e non l’intendo,
 giusti dei, che mai sarà?
 
 OSMIDA
 Deh regina pietà.
 DIDONE
                                   Che rechi amico?
 OSMIDA
 Ah no, così bel nome
1165non merta un traditore
 d’Enea, di te nemico e del tuo amore.
 DIDONE
 Come?
 OSMIDA
                 Colla speranza
 di posseder Cartago
 Iarba mi fece suo; poi colla morte
1170i tradimenti miei punir volea
 ma dono è il viver mio del grande Enea.
 DIDONE
 Reo di tanto delitto hai fronte ancora
 di presentarti a me?
 OSMIDA
                                        Sì mia regina. (S’inginocchia)
 DIDONE
 Sorgi. Quante sventure!
1175Misera me sotto qual astro io nacqui!
 Manca ne’ miei più fidi...
 
 SCENA XI
 
 SELENE e detti
 
 SELENE
                                                 Oh Dio germana.
 Alfin Enea...
 DIDONE
                          Partì?
 SELENE
                                        No, ma fra poco
 le vele scioglierà da’ nostri lidi.
 Or ora io stessa il vidi
1180verso i legni fugaci
 sollecito condurre i suoi seguaci.
 DIDONE
 Che infedeltà! Che sconoscenza! Oh dei!
 E tu cruda Selene
 partir lo vedi ed arrestar nol sai?
 SELENE
1185Fu vana ogni mia cura.
 DIDONE
 Vanne Osmida e procura
 che resti Enea. Per un momento solo
 m’ascolti e parta.
 OSMIDA
                                  Ad ubbidirti io volo. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 DIDONE e SELENE
 
 SELENE
 Ah non fidarti. Osmida
1190tu non conosci ancor.
 DIDONE
                                         Lo so purtroppo.
 A questo eccesso è giunta
 la mia sorte tiranna;
 deggio chiedere aita a chi m’inganna.
 SELENE
 Non hai fuor che in te stessa altra speranza.
1195Vanne a lui, prega e piangi;
 chi sa? Forse potrai vincer quel core.
 DIDONE
 Alle preghiere, ai pianti
 Dido scender dovrà?
 SELENE
 O scordati il tuo grado
1200o abbandona ogni speme;
 amore e maestà non vanno insieme.
 
 SCENA XIII
 
 ARASPE e detti
 
 DIDONE
 Araspe in queste soglie?
 ARASPE
                                               A te ne vengo (Si cominciano a veder le fiamme in lontano sugli edifici di Cartagine)
 pietoso del tuo rischio. Il re sdegnato
 di Cartagine i tetti arde e ruina.
1205Vedi, vedi o regina
 le fiamme che lontane agita il vento.
 Se tardi un sol momento