Ezio, libretto, Stoccarda, Cotta, 1758

 SCENA XII
 
 EZIO disarmato e detti
 
 EZIO
680(Stelle, che miro! In Fulvia
 come tanta incostanza!) (Nell’uscir vedendo Fulvia, si ferma)
 FULVIA
 (Resisti anima mia).
 VALENTINIANO
                                         Duce t'avanza.
 EZIO
 Il giudice qual è? Pende il mio fato
 da Cesare o da Fulvia?
 VALENTINIANO
                                            E Fulvia ed io
685siamo un giudice solo; ella è sovrana
 or che in lacci di sposo a lei mi stringo.
 EZIO
 (Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Potessi dir che fingo!)
 VALENTINIANO
 Ezio, m'ascolta; e a moderare impara
 per poco almeno il naturale orgoglio
690che giovarti non può. Qui si cospira
 contro di me; del tradimento autore
 ti crede ognun; di fellonia t'accusa
 il rifiuto d'Onoria, il troppo fasto
 delle vittorie tue, l'aperto scampo
695ad Attila permesso, il tuo geloso
 e temerario amor, le tue minacce
 di cui tu sai che testimonio io sono.
 Pensa a scolparti o a meritar perdono.
 MASSIMO
 (Sorte, non mi tradir).
 EZIO
                                            Cesare, in vero
700ingegnoso è il pretesto. Ove si asconde
 costui che t'assalì? Chi dell'insidia
 autor mi afferma? Accusator tu sei
 del figurato eccesso,
 giudice e testimonio a un tempo istesso.
 FULVIA
705(Oh dio! Si perde).
 VALENTINIANO
                                      (E soffrirò l'altero?)
 EZIO
 Ma il delitto sia vero;
 perché si oppone a me? Perché d'Onoria
 la destra ricusai? Dunque ad Augusto
 serbai la libertà col mio sudore
710perché a me la togliesse anche in amore?
 E d'Attila la fuga
 che mi convince reo? Dunque io dovea
 Attila imprigionar, perché d'Europa
 tutte le forze e l'armi
715senza il timor che le congiunge a noi
 si volgessero poi contro l'impero?
 Cerca per queste imprese altro guerriero.
 Son reo perché conosco
 qual io mi sia, perché di me ragiono;
720l'alme vili a sé stesse ignote sono.
 FULVIA
 (Partir potessi!)
 VALENTINIANO
                                 Un nuovo fallo è questa
 temeraria difesa. Altro ti avanza
 per tua discolpa ancor?
 EZIO
                                             Dissi abbastanza.
 Cesare, non curarti
725tutto il resto ascoltar ch'io dir potrei...
 VALENTINIANO
 Che diresti?
 EZIO
                          Direi
 che produce un tiranno
 chi solleva un ingrato. Anche ai sovrani
 direi che desta invidia
730de' sudditi il valor, che a te dispiace
 d'essermi debitor, che tu paventi
 in me que' tradimenti
 che sai di meritar quando mi privi
 d'un cor...
 VALENTINIANO
                      Superbo, a questo eccesso arrivi?
 FULVIA
735(Ahimè!)
 VALENTINIANO
                     Punir saprò...
 FULVIA
                                                Soffri, se m'ami,
 che Fulvia parta. (S’alza) I vostri sdegni irrita
 l'aspetto mio.
 VALENTINIANO
                            No, non partir. Tu scorgi
 che mi sdegno a ragion. Siedi e vedrai
 come un reo pertinace
740a convincer m'accingo.
 EZIO
 (Donna infedel!)
 FULVIA
                                  (Potessi dir che fingo!). (Torna a sedere)
 MASSIMO
 (Tutto finor mi giova).
 VALENTINIANO
                                            Ezio, tu sei
 d'ogni colpa innocente. Invido Augusto
 di cotesta tua gloria il tutto ha finto.
745Solo un giudizio io chiedo
 dall'eccelsa tua mente. Al suo sovrano
 contrastando la sposa,
 il suddito è ribelle?
 EZIO
                                      E al suo vassallo
 che il prevenne in amor, quando la tolga,
750il sovrano è tiranno?
 VALENTINIANO
                                        A quel che dici
 dunque Fulvia ti amò!
 FULVIA
                                            (Che pena!)
 VALENTINIANO
                                                                     A lui
 togli, o cara, un inganno e di' s'io fui
 il tuo foco primiero,
 se l'ultimo sarò; spiegalo.
 FULVIA
                                                 È vero. (A Valentiniano)
 EZIO
755Ah perfida, ah spergiura! A questo colpo
 manca la mia constanza.
 VALENTINIANO
 Vedi se t'ingannò la tua speranza. (Ad Ezio)
 EZIO
 Non trionfar di me; troppo ti fidi
 d'una donna incostante. In faccia a lei (Fulvia cava il fazzoletto)
760mi si divide il cor. Pena maggiore,
 Massimo, da che nacqui io non provai.
 FULVIA
 (Io mi sento morir). (S’alza piangendo e vuol partire)
 VALENTINIANO
                                         Fulvia, che fai?
 FULVIA
 Lascia ch'io vada.
 VALENTINIANO
                                   Io nol consento. Afferma
 per mio piacer di nuovo
765che sospiri per me, ch'io ti son caro,
 che godi alle sue pene.
 FULVIA
 Ma se vero non è, s'egli è il mio bene.
 VALENTINIANO
 Che dici?
 MASSIMO
                     (Aimè!)
 EZIO
                                       Respiro.
 FULVIA
                                                         E fino a quando
 dissimular dovrò? Finsi finora,
770Cesare, per placarti. Ezio innocente
 salvar credei; per lui mi struggo; e sappi
 ch'io non t'amo da vero e non t'amai.
 E se i miei labbri mai
 ch'io t'amo a te diranno,
775non mi credere, Augusto, allor t'inganno.
 EZIO
 Oh cari accenti!
 VALENTINIANO
                                Ove son io! Che ascolto!
 Qual ardir! Qual baldanza!
 EZIO
 Vedi se t'ingannò la tua speranza. (A Valentiniano)
 VALENTINIANO
 Ah temerario! Ah ingrata! (A Fulvia)
 MASSIMO
                                                   E dove mai
780imparasti a tradir? Così del padre
 la fedeltade imiti?
 Ah perfida! Chi mai, chi ti consiglia?
 Perché simile a me non è mia figlia! (Parte)
 VALENTINIANO
 Custodi olà, toglietemi d'innanzi
785qual traditor. Nel carcere più orrendo,
 serbatelo al mio sdegno.
 EZIO
 Il tuo furor del mio trionfo è segno.
 
    Per quel vago ciglio
 contento morrò.
 FULVIA
790Non ho più consiglio
 temer più non so.
 VALENTINIANO
 Ah perfido... Ah ingrata...
 dovrete temer.
 FULVIA
 (Ah sorte spietata!
795Io perdo il mio ben)
 EZIO
 (Ah solo per lei
 mi palpita il sen)
 VALENTINIANO
 Io fremo... vorrei...
 che oltraggi, che inganni!
 A TRE
800(Ah cieli tiranni!)
 Conosco gli effetti
 del vostro poter).
 EZIO
 Mia cara perdono
 FULVIA
 Mia vita, che dici?
 VALENTINIANO
805Vedrete chi sono.
 A TRE
 (De' giorni felici
 ahi, come in un punto
 disparve il seren!)
 
 Fine dell’atto secondo