Ezio, libretto, Stoccarda, Cotta, 1758

 SCENA PRIMA
 
 Atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto che conducono a diverse prigioni. Guardie a vista su la porta di detti cancelli.
 
 VALENTINIANO ED ONORIA
 
 VALENTINIANO
 E ben da quel superbo
810che ottenesti, o germana?
 ONORIA
                                                 Io nulla ottenni.
 VALENTINIANO
 Già lo predissi. Il traditor si fida
 nell'aura popolar. Vuo' che s'uccida.
 ONORIA
 Meglio ci pensa; Ezio è peggior nemico
 forse estinto che vivo.
 VALENTINIANO
                                          E che far deggio?
 ONORIA
815Cerca vie di placarlo; il suo segreto
 sveller da lui senza rigor procura.
 VALENTINIANO
 E qual via non tentai?
 ONORIA
                                           La più sicura.
 Ezio, per quel ch'io vedo,
 è debole in amor; per questa parte
820assalirlo conviene. Ei Fulvia adora.
 Offrila all'amor suo, cedila ancora.
 VALENTINIANO
 Oh dio!
 ONORIA
                  Sappi che amante
 io sono al par di te, né perdo meno.
 Fulvia è la fiamma mia: per Ezio io peno.
 VALENTINIANO
825Non più, Fulvia m'invia.
 Facciasi questo ancor. Se tu sapessi
 che sforzo è il mio, quanto il cimento è duro.
 ONORIA
 Dalla mia pena il tuo dolor misuro.
 Ma soffrilo. Nel duolo
830pur è qualche piacer, non esser solo. (Parte)