Ezio, libretto, Stoccarda, Cotta, 1758

 SCENA III
 
 MASSIMO e detti, poi EZIO con catene
 
 MASSIMO
 Signor, tutto sedai. D'Ezio la morte
850a tuo piacere affretta.
 Roma t'applaude, ogni fedel l'aspetta.
 VALENTINIANO
 Ma che vuoi? Mi si dice
 che un barbaro, che un empio,
 che un incauto son io. Gli essempi altrui
855seguitar mi conviene.
 MASSIMO
 Come? Perché?
 VALENTINIANO
                                T'accheta; Ezio già viene.
 MASSIMO
 (Chi mai lo consigliò!)
 EZIO
                                            Dal carcer mio
 richiamato io credei
 d'incaminarmi ad un supplicio ingiusto;
860ma n'incontro un peggior, rivedo Augusto.
 VALENTINIANO
 (Che audace!) Ezio, fra noi
 più d'odio non si parli. Io vengo amico;
 il mio rigor detesto;
 e voglio...
 EZIO
                     Io so che vuoi, m'è noto il resto.
865Onoria ti prevenne; il tutto intesi.
 S'altro a dirmi non hai,
 torno alla mia prigion; seco parlai.
 VALENTINIANO
 Non potea dirti Onoria
 quanto offrirti vogl'io.
 EZIO
                                           Lo so, mel disse
870che la mia libertà, che il primo affetto,
 che l'amistà di Augusto i doni sono.
 VALENTINIANO
 Ma non disse il maggior.