Ezio, libretto, Stoccarda, Cotta, 1758

 SCENA V
 
 VALENTINIANO, FULVIA e MASSIMO, poi VARO
 
 VALENTINIANO
 (Va' pur, te n'avvedrai).
 MASSIMO
                                               (Perdo ogni speme).
 FULVIA
 Generoso monarca! Il ciel ti renda
 quella felicità che rendi a noi.
930Permettimi che intanto
 su quell'augusta mano un bacio imprima.
 VALENTINIANO
 No, Fulvia; attendi prima
 che sia compito il dono.
 MASSIMO
                                              Ah che facesti?
 Cesare, questa volta
935t'ingannò la pietà. Qual pace acquisti, (Viene Varo)
 se torna in libertà...
 VALENTINIANO
                                       Varo, eseguisti?
 VARO
 Eseguito è il tuo cenno;
 Ezio morì.
 FULVIA
                       Come! Che dici?
 VARO
                                                        Al varco (A Valentiniano)
 l'attesero i miei fidi; ei venne e prima
940che potesse temerne, il sen trafitto
 si vide, sospirò, cadde fra loro. (Parte)
 MASSIMO
 (Oh sorte inaspettata!)
 FULVIA
                                             Oh dio! Mi moro. (S’appoggia ad una scena coprendosi il volto)
 MASSIMO
 Un primo sfogo al suo dolore ingiusto
 lascia, o signor.