Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA XI
 
 ONORIA e detti
 
 ONORIA
 Ezio, gli obblighi miei
355sono immensi con te. Volle il germano
 avvilir la mia mano
 sino alla tua; ma tu però più giusto
 d'esserne indegno hai persuaso Augusto.
 EZIO
 No, l'obbligo d'Onoria
360questo non è. L'obbligo grande è quello
 ch'io fui cagion nel conservarle il soglio
 ch'or mi possa parlar con quest'orgoglio.
 ONORIA
 È ver, ti deggio assai, perciò mi spiace
 che ad onta mia mi rendano le stelle
365al tuo amor infelice
 di funeste novelle apportatrice.
 Fulvia, ti vuol sua sposa
 Cesare al nuovo dì.
 FULVIA
                                      Come?
 EZIO
                                                      Che sento!
 ONORIA
 Di recartene il cenno
370egli istesso or m'impose. Ezio, dovresti
 rallegrartene ancor; veder soggetto
 tutto il mondo al suo ben pure è diletto. (Parte)