Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA XII
 
 EZIO e FULVIA
 
 EZIO
 Ah questo è troppo! A troppo gran cimento,
 Fulvia, la fede mia Cesare espone.
375Qual dritto? Qual ragione?... A lui ch'io ceda?
 Ch'io da te mi divida?
 Ch'io ti vegga sua sposa? Ah pria m'uccida.
 
    M'uccida, e meno ingiusto
 versando il sangue mio,
380e men crudel sarà.
 
 FULVIA
 
    Più che il rigor d'Augusto
 il tuo coraggio, oh dio!
 caro tremar mi fa.
 
 EZIO
 
    Io tutto avvampo.
 
 FULVIA
 
                                      Io gelo.
 
 EZIO
 
385Che smania!
 
 FULVIA
 
                           Che martir!
 A DUE
 
    Tanta ingiustizia in cielo
 come si può soffrir!
 
 EZIO
 
    Che ad un rivale io ceda!
 
 FULVIA
 
 Ch'io sposa altrui mi veda!
 
 A DUE
 
390No, l'ingiustizia è vana
 quando si fa morir.
 
 Fine dell’atto primo