Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA IV
 
 MASSIMO e FULVIA
 
 FULVIA
450E puoi d'un tuo delitto
 l'innocente incolpar? Cangia consiglio
 per pietà genitore.
 MASSIMO
                                     E' tardi.
 FULVIA
                                                       Ah tarda (Supplichevole)
 non è mai la virtù. Torna innocente
 chi detesta l'error.
 MASSIMO
                                    Ma d'erudirmi
455chi la cura ti diè. Taci, importuna,
 taci...
 FULVIA
              E come tacer! Tradito io veggo (Con impazienza)
 il sovrano, l'amico,
 l'onor tuo, l'amor mio: mi trovo in faccia
 tanti oggetti d'orrore: e vuoi ch'io taccia?
 MASSIMO
460Dunque sfogati, parla.
 Di mia stolta fiducia empia t'abusa.
 Va, difendi l'amante e il padre accusa.
 
    Va' dal furor portata,
 palesa il tradimento;
465ma non scordarti, ingrata,
 il traditor qual è.
 
    Scopri la frode ordita;
 ma pensa in quel momento
 ch'io ti donai la vita,
470che tu la togli a me. (Parte)