Ezio, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1772

 SCENA VII
 
 FULVIA e VARO
 
 VARO
 Quanto tu d'Ezio amante
 Fulvia io son d'Ezio amico. E vuol da noi
 che a salvarlo si pensi
 l'amicizia e l'amor.
 FULVIA
                                      Dunque che fai?
520Corri se puoi salvarlo, ah corri, ah vola.
 VARO
 Tu il puoi sol che tu voglia, e il puoi tu sola.
 FULVIA
 E come?
 VARO
                   Offri ad Augusto
 la man di sposa: e l'arbitra sarai
 dell'impero e di lui.
 FULVIA
                                       Ch'Ezio abbandoni?
525Che ad Augusto io mi doni! E Varo amico
 ha cor di consigliarlo?
 VARO
 E pur via di salvarlo
 altra o Fulvia non v'è. Credimi, estingui
 nel sen l'antica fiamma o, se nel seno
530estinguerla non puoi, l'ascondi almeno.
 FULVIA
 L'impossibil mi chiedi.
 VARO
 Se presto non mi credi,
 mi crederai quando non giova.
 FULVIA
                                                          Oh dio!
 VARO
 Ma va, piangendo irresoluta, invano
535qui per lui ti consumi.
 FULVIA
 E ben si vada. Or m'assistete o numi.
 
    Tenterò per l'idol mio
 di celar l'antico affetto,
 ma un rossor darà sospetto,
540un sospir mi scoprirà.
 
    Come, oh dio, celare il vero?
 ah si legge ogni pensiero
 in un volto che dal core
 mai distinguersi non sa. (Parte)