La favola de’ tre gobbi, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 CONTE
185Al volto porporino
 di madama graziosa umil m'inchino.
 MADAMA
 Io dalle grazie sue resto stordita.
 CONTE
 Di me non vi dolete
 se tardi mi vedete,
190sono stato finor da certe dame,
 che vogliano ballar con fondamento,
 a insegnare di vita il portamento.
 MADAMA
 Già si sa, già si vede,
 la sua vita ben fatta è cosa rara,
195vezzi e grazia da lei ciascuno impara.
 CONTE
 Veda, signora mia,
 osservi in cortesia,
 questi due monticelli,
 ch'io tengo uno per parte,
200son fatti con tal arte
 ch'uno con l'altro in equilibrio accorda
 e sembro appunto un ballerin di corda.
 MADAMA
 Non ne dica di più, lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo,
205lei è tutto ben fatto;
 lei è tutto gentil. (Lei è un bel matto).
 
    Nel formar quel nero ciglio
 che fa guerra a più d'un cor,
 quell'occhietto graziosetto
210con quel labro di cinabro
 dove scherza e ride amor,
 che diletto sento in petto
 non provai già mai finor.
 
    (Se lo crede l'animale
215quanto è matto in verità).
 
 CONTE
 Senta, signora mia, per dir il vero,
 io son un cavaliero
 ameno e disinvolto,
 se lei mi osserva in volto,
220un certo non so che vi vederà
 che s'accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza,
225nelle braccia grazioso,
 nel gestir manieroso,
 si può dire ch'io sia cosa compita;
 e poi che serve? Il conte Bellavita.
 
    Nel mio volto, che bellezza!
230Nell'andar, che legiadria!
 Nel ballar, che bizzaria!
 Nel cantare, che braura.
 Son l'incanto d'ogni cor.
 
    Se madama un'altra volta
235sol mi guarda, sol mi ascolta,
 arderà per me d'amor.
 
 MADAMA
 Non si stia a faticare,
 sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma, se tanto è grazioso,
240sarà anco generoso.
 CONTE
                                      E cosa importa?
 Dov'è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
 Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
245quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 CONTE
 Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
 Per me vi parlo schietto,
250se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 CONTE
 Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
 Sarà l'amor che dalle donne è usato.
 CONTE
 Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
255poiché tengo un germano
 ch'è più tosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l'arrogante.
 CONTE
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
 al discorso di prima.
260Per esempio, volendo
 darvi un segno d'amor, quest'orologgio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
 Ah sì ne ho perso uno
 simile appunto a quello.
 CONTE
265Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil? Siete un portento.
 CONTE
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 CONTE
 Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 CONTE
 
    Vezzosa gradita,
270mio dolce tesoro.
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
 ch'io provo, ch'io sento!
275Che brio! Che beltà!
 
 CONTE
 
    Ohimè sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no, non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 CONTE
 
 Ha poco cervello,
280tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACCO
 
    Padron riverito.
 
 CONTE
 
 Son servo obbligato.
 
 PARPAGNACCO
 
285È tutto compito.
 
 CONTE
 
 È assai ben creato.
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono,
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    (Fratello più buono
290di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per fino ch'ei parte,
 celatevi là. (Piano a Parpagnacco)
 
 PARPAGNACCO
 
 È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
    Andate in disparte,
295che poi partirà. (Piano al conte)
 
 CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    Gli son servitore.
 Comandi, signore,
 ma con libertà. (Si ritirano)
 
 MADAMA
 
300   Oh questa sì ch'è bella!
 M'hanno creduto affé.
 
 MACACCO
 
    Non c'è più più nessuno.
 To... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
    E questo bel Macacco
305da me cosa vorrà?
 
 MACACCO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    Un altro suo fratello
310codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or sono nell'imbroglio,
 non so cosa sarà.
 
 MACACCO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACCO, CONTE
 
    Eh ben quanti fratelli
315avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Padroni cari e belli,
 io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACCO
 
    Voi siete menzognera.
 
 CONTE
 
 Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
320Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate, che vi mando;
 andate via di qua.
 
 MACACCO
 
 Co... cosa mai sarà.
 
 A QUATTRO
 
    Che razza maledetta,
325che rabbia che mi fa.
 
 Fine della prima parte