La favola de’ tre gobbi, libretto, Torino, Olzati, 1757

 PARPAGNACCO
 Dunque sarem d'accordo,
 dunque anderemo insieme
 alla conversazion?
 IL CONTE
                                    Sì, non mi preme.
 Venite da madama,
520venga il terzo ed il quarto ed anco il quinto,
 so che il merito mio sarà distinto.
 PARPAGNACCO
 Sapete, signor conte,
 perché una tal risposta
 diedi alla cameriera?
525Perché la mia maniera,
 il mio garbo, il mio tratto
 darà a voi, darà a tutti scaccomatto.
 IL CONTE
 Veramente voi siete un bel Narciso.
 PARPAGNACCO
 Oh che leggiadro viso!
530Che grazia avete voi!
 Lo giuro da marchese,
 siete una figurina alla chinese.
 
    Se vi guardo ben bene nel volto,
 voi mi fate di risa crepar.
535Quel visino così disinvolto
 è una cosa che fa innamorar.
 Che ti venga la rabbia nel dorso,
 guarda l'orso, mi vuole graffiar.
 
    Pretension veramente da pazzo,
540con quel grugno voler far l'amor.
 Zitto, zitto; non tanto schiamazzo,
 che madama vi vuole sposar.
 Oh che matto che sei da ligar.
 
 IL CONTE
 Cotanta impertinenza
545io soffrire non voglio.
 PARPAGNACCO
                                          Siate buono.
 Che, s'io caccio la spada,
 griderete pietà, soccorso invano.
 IL CONTE
 Misero voi, s'io torno a metter mano.
 PARPAGNACCO
 Ma vien madama.
 IL CONTE
                                    Non ci vegga irati.
 PARPAGNACCO
550Lo sdegno sospendiam.
 IL CONTE
                                             Cessino l'onte.
 PARPAGNACCO
 V'abbraccio, amico.
 IL CONTE
                                       Ed io vi bacio in fronte. (Viene madama servita da Macacco)