La favola de’ tre gobbi, libretto, Venezia, Savioli, 1770

 Chiedi a tutta la città
 se dich’io la verità.
 
 Per tutto le botteghe
10so che di me si parla,
 per le vie, per le piazze e per le case;
 in ogn’angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
 Io però non so’ pazza;
15non mi fo vagheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon core e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
 onde chi non procura
20per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva la vechiezza
 ed allora può dirsi: «Adio bellezza!» (Torna il servo e gli parla piano)
 Come? Chi è? Il marchese Parpagnacco?
 Venga, venga, è padrone. (Parte il servo)
25Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa;
 in oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà. (Vien il marchese Parpagnacco)
 PARPAGNACCO
 Riverente m’inchino
30a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
 Io faccio riverenza