Alessandro nell’Indie, libretto, Stoccarda, Cotta, 1760

 SCENA IV
 
 Si ode sinfonia d’istromenti militari, nel tempo della quale passa il ponte una parte de’ soldati greci ed appresso a loro Alessandro con Timagene, poi sopragiunge Cleofide ad incontrarlo.
 
 CLEOFIDE, ALESSANDRO e TIMAGENE, indi GANDARTE
 
 CLEOFIDE
 Signor, l'India festiva
 esulta al tuo passaggio e lieta tanto
 non fu, cred'io, quando tornar si vide
 dall'ultimo Oriente
730trionfator del Gange in fra l'adorna
 di pampini frondosi allegra plebe
 su le tigri di Nisa il dio di Tebe.
 ALESSANDRO
 Siano accenti cortesi o sian veraci
 sensi del cor, di tua gentil favella
735mi compiaccio, o regina; e solo ho pena
 che fu all'India funesto il brando mio.
 CLEOFIDE
 Eh vadano in obblio
 le passate vicende. Ormai sicuro
 puoi riposar su le tue palme.
 ALESSANDRO
                                                       Ascolto (Si sente di dentro rumore d’armi)
740strepito d'armi!
 CLEOFIDE
                                O stelle!
 ALESSANDRO
 Timagene, che fu?
 TIMAGENE
                                     Poro si vede
 fra non pochi seguaci
 apparir minaccioso.
 CLEOFIDE
                                       (Ah troppo veri
 voi foste, o miei timori!)
 ALESSANDRO
                                                E ben, regina,
745io posso ormai sicuro
 su le palme posar?
 CLEOFIDE
                                     Se colpa mia,
 signor...
 ALESSANDRO
                  Di questa colpa
 si pentirà chi disperato e folle
 tante volte irritò gli sdegni miei. (Alessandro snuda la spada e seco Timagene e vanno verso il ponte)
 CLEOFIDE
750L'amato ben voi difendete, o dei! (Parte. Entrata Cleofide si vedono uscir con impeto gl’Indiani da’ lati della scena vicino al fiume; questi assalgono i Macedoni; Poro, Alessandro. Gandarte con pochi seguaci corre sul mezzo del ponte ad impedire il passo all’esercito greco. E intanto che siegue la zuffa nel piano, alcuni guastatori vanno diroccando il suddetto ponte. Disviati gli combattenti fra le scene, si vede vacillare e poi cadere parte del ponte. Quei macedoni, che combattevano su l’altra sponda, si ritirano intimoriti dalla caduta e Gandarte rimane con alcuni de’ suoi compagni in cima alle ruine)
 GANDARTE
 Seguitemi, o compagni. Unico scampo
 è quello ch'io v'addito. Ah secondate, (Getta la spada ed il cimiero nel fiume)
 pietosi numi, il mio coraggio. Illeso
 s'io resterò per lo cammino ignoto,
755tutti i miei giorni io vi consacro in voto. (Si getta dal ponte nel fiume)