Il filosofo di campagna, partitura ms. F-Pn, 1755 (Il filosofo)

 SCENA XII
 
 NARDO suonando il chitarino
 
 NARDO
 
    Amor se vuoi così
 quel che tu vuoi farò.
 Io m'accompagnerò
815in pace e sanità
 ma la mia libertà
 perciò non perderò.
 Penare signor no;
 soffrir, gridar, oibò.
 
820   Voglio cantare;
 voglio sonare;
 voglio godere
 più che si può.
 
 RINALDO
 Galantuom siete voi
825quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
 Ditemi; è ver che voi
 aveste la parola
 da don Tritemio per la sua figliola?
 NARDO
830Sì signor l'ho avuta;
 la ragazza ho veduta,
 mi piace il viso bello
 e l'ho dato stamane anche l'anello.
 RINALDO
 Sapete voi qual dote
835recherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
 Ancor nol so.
 RINALDO
                           Colpi, ferite e morte.
 NARDO
 Bagatelle signor. E su qual banco
 investita sarà padrone mio?
 RINALDO
 Sul dorso vostro e il pagador son io.
 NARDO
840Buono; si può saper
 almen per cortesia
 perché vossignoria
 con generosità
 allo sposo vuol far tal carità?
 RINALDO
845Perché di don Tritemio
 amo anch'io la figliola,
 perché fu da lei stessa
 la sua fede promessa a me suo sposo,
 che le siete voi troppo odioso.
 NARDO
850Dite da ver?
 RINALDO
                          Non mentono i miei pari.
 NARDO
 E i pari miei non sanno
 per puntiglio sposar il lor malanno.
 Se la figlia vi vuol vi prenda pure;
 se mi burla e mi sprezza, io non ci penso,
855so anch'io con la ragion vincere il senso.
 Vi ringrazio d'avermi
 avvisato per tempo;
 ve la cedo signor per parte mia
 che già di donne non v'è carestia.
 RINALDO
860Ragionevole siete
 giustamente dal popolo stimato,
 filosofo chiamato con ragione
 superando sì presto la passione.
 Voi l'avete ceduta. A don Tritemio
865la cosa narrerò tutta com'è
 e se contrasta avrà da far con me.