Il filosofo di campagna, libretto, Roma, Zempel, 1756 (Civitavecchia)

 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
745Oh genero garbato!
 Alla sposa ha mandato
 questo ricco gioiello. (Mostra un gioiello)
 Prendilo, Eugenia mia, guarda s'è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
750che tu prender lo debba; il ricusarlo
 sarebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per obbedienza. (Prende il gioiello)
 Ma... vi chiedo perdono.
 Non mi piace, nol voglio, a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
755Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone
 sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
 è meco generosa
 lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
760Lo crederò? (A Lesbina)
 LESBINA
                          Signora,
 non è ver che bramate
 che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
 confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero?
 DON TRITEMIO
765E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
 che se il destino amico
 seconderà il disegno,
 le gioie accetto e accettarò l'impegno.
 
    Una ragazza
770che non è pazza
 la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
    Voi lo sapete;
 voi m'intendete,
775questo mio core
 si scoprirà.
 
    Anche l'agnella,
 la tortorella
 il suo compagno
780cercando va. (Parte)