Alessandro nell’Indie, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1776

 SCENA VI
 
 Recinto di palme e cipressi con piccolo tempio nel mezzo, dedicato a Bacco nella reggia di Cleofide.
 
 CLEOFIDE con seguito, indi PORO
 
 CLEOFIDE
170Perfidi! Qual riparo, (Alle comparse)
 qual rimedio adoprar? Mancando ogni altro,
 dovevate morir. Tornate in campo,
 ricercate di Poro. Il vostro sangue,
 se tardo è alla difesa,
175se vile è alla vendetta,
 spargetelo dal seno
 alla grand'ombra in sacrificio almeno. (Partono le comparse)
 Oh dei, mi fa spavento
 più di Poro il coraggio,
180l'anima intollerante e le gelose
 furie, che in sen sì facilmente aduna,
 che 'l valor d'Alessandro e la fortuna.
 PORO
 (Ecco l'infida). Io vengo, (Con ironia amara)
 regina, a te di fortunati eventi
185felice apportator.
 CLEOFIDE
                                  Numi! Respiro. (Rasserenandosi)
 Che rechi mai?
 PORO
                               Per Alessandro alfine (Come sopra)
 si dichiarò la sorte: esulta. Avrai
 dell'Oriente oppresso (Cleofide si turba)
 a momenti al tuo piè tutti i trofei.
 CLEOFIDE
190Così m'insulti, oh dei! Dunque saranno
 eterne le dubbiezze
 del geloso tuo cor? Fidati, o caro,
 fidati pur di me.
 PORO
                                  Di te si fida
 anche Alessandro. E chi può dir qual sia
195l'ingannato di noi? So ch'ei ritorna
 e torna vincitor. So ch'altre volte
 coll'armi de' tuoi vezzi o finti o veri
 hai le sue forze indebolite e dome.
 E creder deggio? E ho da fidarmi? E come?
 CLEOFIDE
200Ingrato, hai poche prove
 della mia fedeltà? Comparve appena
 su l'indico confine
 dell'Asia il domator che 'l tuo periglio
 fu il mio primo spavento. Incontro a lui
205lusinghiera m'offersi, onde con l'armi
 non passasse a' tuoi regni. Ad onta mia
 seco pugnasti. A te già vinto asilo
 fu questa reggia: e non è tutto. In campo
 la seconda fortuna
210vuoi ritentar: l'armi io ti porgo e perdo
 l'amistà d'Alessandro,
 di mie lusinghe il frutto,
 de' miei sudditi il sangue, il regno mio.
 E non ti basta? E non mi credi?
 PORO
                                                            (Oh dio!) (Commosso)
 CLEOFIDE
215Tollerar più non posso
 così barbari oltraggi.
 Fuggirò questo cielo, andrò raminga
 per balze e per foreste
 spaventose allo sguardo, ignote al sole,
220mendicando una morte. I miei tormenti,
 le tue furie una volta
 finiranno così. (In atto di partire disperata)
 PORO
                               Fermati: ascolta.
 CLEOFIDE
 Che dir mi puoi?
 PORO
                                   Che a gran ragion t'offende
 il geloso amor mio.
 CLEOFIDE
                                      Questo è un amore
225peggior dell'odio.
 PORO
                                   Io ti prometto, o cara,
 che mai più di tua fede
 dubitar non saprò.
 CLEOFIDE
                                     Queste promesse
 mille volte facesti e mille volte
 tornasti a vacillar.
 PORO
                                    Se mai di nuovo
230io ti credo infedel, per mio tormento
 altra fiamma t'accenda;
 e vera in te l'infedeltà si renda.
 CLEOFIDE
 Ancor non m'assicuro.
 Giuralo.
 PORO
                   A tutti i nostri dei lo giuro.
 
235   Se mai più sarò geloso,
 mi punisca il sacro nume
 che dell'India è domator.