Alessandro nell’Indie, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1776

 SCENA IV
 
 Si ode sinfonia d’istromenti militari, nel tempo della quale passa il ponte una parte de’ soldati greci ed appresso a loro Alessandro con Timagene, poi sopragiunge Cleofide ad incontrarlo.
 
 CLEOFIDE, ALESSANDRO e TIMAGENE, indi GANDARTE
 
 CLEOFIDE
 Signor, l'India festiva
 esulta al tuo passaggio e lieta tanto
505non fu, cred'io, quando tornar si vide
 dall'ultimo Oriente
 trionfator del Gange in fra l'adorna
 di pampini frondosi allegra plebe
 su le tigri di Nisa, il dio di Tebe.
 ALESSANDRO
510Siano accenti cortesi o sian veraci
 sensi del cor, di tua gentil favella
 mi compiaccio, o regina; e solo ho pena
 che fu all'India funesto il brando mio.
 CLEOFIDE
 Eh vadano in oblio
515le passate vicende. Ormai sicuro
 puoi riposar su le tue palme.
 ALESSANDRO
                                                       Ascolto (Si sente di dentro rumore d’armi)
 strepito d'armi.
 CLEOFIDE
                                Oh stelle!
 ALESSANDRO
 Timagene, che fu?
 TIMAGENE
                                     Poro si vede
 fra non pochi seguaci
520apparir minaccioso.
 CLEOFIDE
                                       (Ah troppo veri
 voi foste, o miei timori!)
 ALESSANDRO
                                                Ebben, regina,
 io posso ormai sicuro
 su le palme posar?
 CLEOFIDE
                                     Se colpa mia,
 signor...
 ALESSANDRO
                  Di questa colpa
525si pentirà chi disperato e folle
 tante volte irritò gli sdegni miei. (Alessandro snuda la spada e seco Timagene e vanno verso il ponte)
 CLEOFIDE
 L'amato ben voi difendete, o dei! (Parte. Entrata Cleofide, si vedono uscir con impeto gl’Indiani da’ lati della scena vicino al fiume; questi assalgono i Macedoni; Poro assale Alessandro; Gandarte con pochi seguaci corre sul mezzo del ponte ad impedire il passo all’esercito greco. E intanto che siegue la zuffa nel piano, alcuni guastatori vanno diroccando il suddetto ponte. Disviati i combattenti fra le scene, si vede vacillare e poi cadere parte del ponte. Quei macedoni, che combattevano su l’altra sponda, si ritirano intimoriti dalla caduta e Gandarte rimane con alcuni de’ suoi compagni in cima alle ruine).
 GANDARTE
 Seguitemi, o compagni. Unico scampo
 è quello ch'io v'addito. Ah secondate, (Getta la spada ed il cimiero nel fiume)
530pietosi numi, il mio coraggio. Illeso
 s'io resterò per lo cammino ignoto,
 tutti i miei giorni io vi consacro in voto. (Si getta dal ponte nel fiume)