Alessandro nell’Indie, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1776

 SCENA ULTIMA
 
 Preceduti dal coro de’ baccanti, che entrano cantando e danzando nel tempio, e seguiti da guardie, popolo e sacerdoti con faci accese alla mano, s’avanzano CLEOFIDE alla destra del rogo. ALESSANDRO, ERISSENA e TIMAGENE alla sinistra
 
 CORO
 
    Dagli astri discendi,
 o nume giocondo,
 ristoro del mondo,
1005compagno d'amor.
 
    D'un popolo intendi
 le supplici note,
 acceso le gote
 di sacro rossor.
 
 CLEOFIDE
1010Nell'odorata pira
 si destino le fiamme. (I sacerdoti accendono il rogo)
 PORO
 (Perfida!)
 ALESSANDRO
                      È dolce sorte unire insieme
 e la gloria e l'amor.
 PORO
                                      (Più fren non soffre
 già 'l mio furor).
 ALESSANDRO
                                 Vieni, o regina; un nodo
1015leghi le destre e i cori. (Accostandosele in atto di darle la mano)
 CLEOFIDE
 Ferma. È tempo di morte e non d'amori.
 ALESSANDRO
 Numi!
 PORO
                (Che ascolto!) (Resta immobile Poro nell’attitudine di scagliarsi)
 CLEOFIDE
                                            Io fui
 consorte a Poro. Ei più non vive; e deggio
 su quel rogo morir. Se t'ingannai,
1020perdonami, Alessandro; il sacro rito
 non sperai di compir senza ingannarti;
 temei la tua pietà. Questo è il momento
 in cui si adempia il sacrificio appieno. (In atto di andare verso il rogo)
 ALESSANDRO
 Ah nol deggio soffrir. (Volendo arrestarla)
 CLEOFIDE
                                          Ferma o mi sveno. (Impugnando uno stile)
 PORO
1025(Oh amore!)
 GANDARTE
                           (Oh fedeltà!)
 ALESSANDRO
                                                     Non esser tanto
 di te stessa nemica.
 CLEOFIDE
 Il nome d'impudica
 vivendo acquisterei. Passa alle fiamme
 dalle vedove piume
1030ogni sposa fra noi. Questo è il costume
 dell'India tutta; ed ogni età lontana
 questa legge osservò.
 ALESSANDRO
                                         Legge inumana
 che bisogno ha di freno,
 che distrugger saprò. (Vuole appressarsi a Cleofide)
 CLEOFIDE
                                          Ferma o mi sveno. (In atto di ferirsi)
 ALESSANDRO
1035Risolvermi non oso.
 CLEOFIDE
 Ombra del caro sposo,
 ecco della mia fé le prove estreme... (Volendo gettarsi nelle fiamme)
 PORO
 Aspettami, cor mio; morremo insieme. (Scoprendosi)
 GANDARTE
 (Aimè! Poro si perde).
 CLEOFIDE
1040Dei! Traveggo? Sei tu?
 PORO
                                            No; non travedi;
 il tuo Poro son io.
 GANDARTE
 Chi usurpa il nome mio? (Scoprendosi)
 Non crederlo, Alessandro; io son...
 PORO
                                                                Tu sei
 il mio caro Gandarte; e non è tempo
1045di finger più. Trovai fedel la sposa;
 son paghi i voti miei. Così potessi
 con la man d'Erissena,
 con parte del mio regno esserti grato.
 ALESSANDRO
 Son fuor di me. Come! Tu sei!... (A Poro)
 PORO
                                                             Son io
1050il tuo nemico.
 ALESSANDRO
                            E di venire ardisci...
 PORO
 A morir con la sposa.
 ALESSANDRO
                                         E tu non vuoi... (A Cleofide)
 CLEOFIDE
 Viver senza di lui.
 ALESSANDRO
                                    Gandarte...
 GANDARTE
                                                           Espone,
 come è dover, la vita
 per quella del suo re.
 ALESSANDRO
                                         Dunque germoglia
1055tanta virtù nell'India! Ed io dovrei
 contar tra i fasti miei tanti infelici!
 No; nol crediate, amici; un cor capace
 di sì crudel diletto io non mi trovo.
 Abbia l'India di nuovo
1060e pace e libertà. Da me riceva
 Poro la sposa e la real sua sede;
 e in premio di sua fede
 su la feconda parte
 ch'oltre il Gange io domai, regni Gandarte.
 CLEOFIDE, GANDARTE
1065O Alessandro!
 ERISSENA, TIMAGENE
                             O signor!
 ALESSANDRO
                                                 Tacete. Omaggi
 altri io non vo' da voi che l'odio estinto.
 CLEOFIDE
 Or trionfi Alessandro.
 PORO
                                           Or Poro è vinto.
 TUTTI FUOR CHE ALESSANDRO
 
    Serva ad eroe sì grande,
 cura di Giove e prole,
1070quanto rimira il sole,
 quanto circonda il mar.
 
    Né lingua adulatrice
 del nome suo felice
 trovi più dolce suono
1075di chi risiede in trono
 il fasto a lusingar.
 
 Il fine