Il filosofo di campagna, libretto, Barcellona, Campins, [1758]

 SCENA III
 
 RINALDO e LA LENA
 
 RINALDO
 Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
1240In braccio al mio contento
 per voi andrò... (In atto di partire)
 LENA
                                Fermatevi un momento.
 Se grato esser volete,
 qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
1245per chi fu sì pietosa a' desir miei?
 LENA
 Son contadina, è vero.
 Ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
 maritarmi vorrei con civiltà.
1250Da voi, che siete un cavalier compito,
 secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovar si potrà.
 LENA
                                  Ma fate presto;
 se tropo in casa resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
1255perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Ogn'anno passa un anno,
 l'età non torna più;
 passar la gioventù
 io no vorrei così,
1260ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto
 civile, graziosetto,
 che non dicesse un no,
 quand'io gli chiedo un sì. (Entra nella casa sudetta)